Attualità

Matteo Renzi scrive al suo partito. Lettera al Pd: riforme, lavoro, ius soli

sabato 3 gennaio 2015
Matteo Renzi, che è anche segretario del Partito democratico oltre che premier, prende carta e penna e scrive agli iscritti del suo partito: fra tre anni si vota, non dobbiamo mollare, c'è molto da fare, lo faremo senza ansia né paura ma velocemente. E tra i tanti temi in ballo ci sono anche lo ius soli (temperato), le unioni civili, il Terzo settore. "Ci siamo dati una cadenza ordinata per le nuove iniziative di legge - spiega -. A gennaio abbiamo provvedimenti su economia e finanza. A febbraio tocca alla scuola. A marzo il Green Act, sull'economia e l'ambiente in vista della grande conferenza di Parigi 2015. Aprile sarà il mese di cultura e Rai. A maggio tutti i riflettori sul cibo, agricoltura, turismo, made in Italy: arriva l'Expo. A giugno i provvedimenti sulle liberalizzazioni e prima dell'estate il punto sullo sport anche in vista della candidatura per le Olimpiadi del 2024". Un cronoprogramma da fare impallidire anche il marciatore più allenato. E come se non bastasse ricorda anche il prossimo importante appuntamento politico-istituzionale, ovvero l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. "C'è molto da fare. Lo faremo. Senza ansia, senza angoscia, senza paura - aggiunge Renzi -. Ma lo faremo velocemente. Abbiamo la certezza che gli italiani da noi vogliono che continuiamo a fare quello che abbiamo fatto nel 2014 con ancora maggiore determinazione. Dobbiamo ridurre la forbice delle ingiustizie. È quello che abbiamo iniziato a fare con il tetto ai mega stipendi pubblici da una parte e l'innalzamento degli 80 euro dall'altro. Ma non finisce qui. La forbice dell'ingiustizia da ridurre è anche quella tra lavoro e rendita, tra coraggio e paura, tra crescita e austerità, tra non garantiti e garantiti, tra donne e uomini, tra chi ci crede e chi rema contro, tra chi scommette sul futuro dell'Italia e chi scommette sul fallimento dell'Italia". "Approvata la legge di riforma sul lavoro - sottolinea il segretario premier - continueremo a operare per una politica industriale degna di questo nome e per norme più semplici. Meno alibi, più diritti. Quando la nuvola dell'ideologia si diraderà tutti si renderanno conto che le nuove regole sono più giuste e più chiare. E offrono sia agli imprenditori che ai lavoratori certezze maggiori". "Dobbiamo però continuare sulle crisi aziendali. Il primo gennaio si è aperto col primo volo Alitalia Etihad. Da Terni a Taranto, da Termini Imerese a Piombino, da Reggio Calabria a Trieste, da Avellino a Genova sono tante le aziende che hanno visto sbloccate le crisi. Ma dobbiamo attrarre investimenti con più determinazione. Per farlo -assicura Renzi - è fondamentale che la grande opera di riforma della giustizia civile e del fisco vada avanti secondo i tempi stabiliti. Dobbiamo arrivare ad avere tempi europei e un sistema di certezza del diritto che in questi anni è cambiato". E Renzi affronta di petto anche un ambito delicato, di cui mostra di conoscere le particolari difficoltà: "Il campo dei diritti, dalla riforma del terzo settore alle unioni civili fino allo ius soli temperato, è il settore dei lavori parlamentari subito dopo le riforme costituzionali. Trovare un punto di equilibrio non sarà una passeggiata, ma è un nostro preciso impegno davanti agli elettori". "Tuttavia - scrive ancora Renzi - la vera riforma che rimette in moto l'Italia è quella che tiene insieme la sfida educativa, partendo dalla scuola (iniziate a segnarvi questa data: 22 febbraio, Roma), con l'innovazione culturale, dalla Rai ai musei, dal teatro all'opera, dal cinema al design. Qui sta l'identità italiana. Qui sta la ricchezza dei nostri figli. Qui sta il nostro passato e il nostro futuro". E poi, "Tra tre anni quando torneremo a votare i cittadini ci diranno se abbiamo avuto ragione a provare la strada coraggiosa e impervia delle riforme a tutto campo con questa legislatura. Fino a quel momento - rimarca Renzi nella lettera - chiedo a tutte le democratiche e i democratici, che ringrazio per il lavoro svolto con passione e determinazione, di non mollare di un solo centimetro e di continuare a darmi una mano. A darsi una mano. Questo Paese merita tutta la nostra fatica. Questo Paese merita tutta la nostra energia. Questo Paese merita tutto il nostro entusiasmo". Messaggio spedito anche a Cuperlo, Fassina, Civati.