Attualità

Vertice di Parigi sul clima. E Renzi: l'Italia non si tira indietro

lunedì 30 novembre 2015
Contro i cambiamenti climatici "è giunta l'ora di agire", e alla conferenza mondiale di Parigi bisogna sforzarsi di trovare "un accordo alto" e soprattutto "il più vincolante possibile", per evitare che dopo "il fallimento" di Copenaghen anche l'accordo del Cop21 sia "scritto sulla sabbia". Matteo Renzi esorta gli oltre 150 leader riuniti nella capitale francese a trasformare "questa sfida nella più bella delle opportunità". Nel suo intervento il presidente del Consiglio rivendica quanto fatto dall'Italia: emissioni ridotte del 23% negli ultimi vent'anni, leadership in molti settori delle rinnovabili, 4 miliardi di dollari di investimenti previsti nei prossimi 5 anni, due protagonisti mondiali come Eni ed Enel che "hanno cambiato pelle" e sono diventati "protagonisti del rinnovamento in Africa e in Sudamerica". Ovvero in alcune di quelle aree del mondo (mancano Cina e India) senza le quali l'occidente può poco: "La Ue vale il 10% delle emissioni globali", e dunque "serve un investimento di tutto il mondo" e "in particolare dei Paesi in via di sviluppo". Un invito che Renzi può fare partendo dalla convinzione che anche un accordo severo non avrà ripercussioni sulla crescita italiana, anzi: "L'Italia ha già preso i propri impegni, e già sta andando nella giusta direzione. Già stiamo facendo quegli sforzi che fanno dell'Italia un leader in questo settore e non abbiamo nulla da temere: confermo che il Pil andrà a crescere e non a rallentare". Del resto, se prima erano "i biologi" a lanciare gli allarmi, "oggi sono gli economisti a dirci" che bisogna intervenire. Insomma, "l'Italia sta facendo la sua parte" e "non si tira indietro" rispetto a passi ulteriori. Il problema, ribadisce il premier, "è che non tutti a livello mondiale stanno facendo questi sforzi" e dunque "dobbiamo forzare in questa direzione". Un ruolo, quello dell'Italia, che per Renzi deve far cambiare l'atteggiamento anche a livello interno: "Dobbiamo uscire dalla retorica per cui l'Italia non fa abbastanza" sull'ambiente. E anzi "gli italiani devono essere orgogliosi e fieri del lavoro che stanno facendo aziende, imprenditori, politici e associazioni italiane". Ora tocca agli altri leader, dice Renzi, perché "il mondo di oggi e il mondo di domani stanno guardando a Parigi", al lavoro che nei prossimi giorni dovranno fare i tecnici per trovare un "buon equilibio" e un "buon risultato".Ai capi di Stato e di governo Renzi ricorda che "abbiamo una grande responsabilità, siamo chiamati a disegnare il futuro del mondo. Come politici siamo chiamati a realizzare un capolavoro, ma potremo solo imitare la cosa più bella, la natura, che va difesa e va difesa da noi stessi".