Attualità

La visita. Renzi-Cgil, il lavoro spacca

lunedì 3 novembre 2014
​Il premier Matteo Renzi in trasferta a Brescia per partecipare all'assemblea degli industriali locali nello stabilimento della Palazzoli. Renzi, accolto dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, è stato fischiato e contestato. La protesta è organizzata dal centro sociale Magazzino 47, Cobas e movimenti studenteschi: circa duecento persone si sono ritrovate all'esterno della fermata della metropolitana Casazza, a pochi chilometri dalla Palazzoli Srl, l'azienda dove si svolge l'assemblea dell'AIB. Attimi di tensione tra polizia e manifestanti. Un gruppo ha deviato il percorso tentando di avvicinarsi il più possibile alla Palazzoli e ha provato a sfondare il cordone di polizia e gli agenti hanno respinto i manifestanti. Dopo il primo tentativo di sfondamento per avvicinarsi il più possibile alla Palazzoli, c'è stato un tentativo di circumnavigare la palazzina. Dal corteo lancio di uova, fumogeni e anche qualche pietra verso gli agenti, che, anche a colpi di manganelli tentano di impedire al corteo di avvicinarsi alla Palazzoli. Nei tafferugli con i centri sociali sono rimasti feriti un agente di Polizia e un carabiniere al quale i manifestanti avrebbero tentato di strappare lo scudo difensivo. I due sono stati medicati. Fuori dall'azienda invece si è riunita la Fiom di Brescia per un'assemblea, circa 400 i manifestanti, contro le politiche sul lavoro del governo. I centri sociali avrebbero voluto unirsi a questo secondo corteo, ma la Fiom si è opposta.La giornata bresciana. Renzi è tornato a Brescia dopo la visita di due mesi fa per l'inaugurazione dello stabilimento delle Rubinetterie bresciane, azienda dell'imprenditore Aldo Bonomi. Nei giorni scorsi la Fiom di Brescia aveva scritto a Renzi facendo notare come la Palazzoli fosse una delle poche aziende bresciane che impedisce al sindacato di categoria della Cgil di poter fare assemblee retribuite. L'azienda ha deciso di sospendere la produzione per un giorno con i dipendenti costretti alla giornata di ferie forzata. "Ferie collettive per poter ospitare più gente possibile nello stabilimento", ha fatto sapere la proprietà della Palazzoli. Decisione che ha fatto infuriare i sindacati. Comunque terminato l'appuntamento alla Palazzoli, Renzi visiterà altre due aziende bresciane a Rezzato: la Italcementi dove inaugurerà un nuovo impianto produttivo e l'Omr, di proprietà di Marco Bonometti, il presidente degli industriali di Brescia. All'Omr, il presidente del Consiglio - è spiegato in una nota di Palazzo Chigi - visiterà l'impianto e incontrerà gli operai. Renzi: rischio Italia spaccata a metà. "Abbiamo un'opportunità pazzesca - dice il premier - dobbiamo coglierla ora o mai più". E conferma che andrà fino in fondo sul Jobs act, mettendo la fiducia se necessario. Il sindacato "fa il suo lavoro, in bocca al lupo - dice - Ma noi andiamo avanti perché il nostro obiettivo non è fare una battaglia politica ma far ripartire l'Italia e su questo non molliamo di un millimetro". Stop alle polemiche anche nel Pd. "Credo che la scissione non ci sarà - dice - Chi la minaccia non si rende conto che sarebbe respinta dagli iscritti". "Dobbiamo evitare un rischio pazzesco": c'è "un disegno per dividere il mondo del lavoro". Ma "non esiste una doppia Italia, dei lavoratori e dei padroni: c'è un'Italia unica e indivisibile e questa Italia non consentirà a nessuno di scendere nello scontro verbale e non solo, legato al mondo del lavoro" ha detto il premier. Quando finisce dal palco, si attacca a twitter."Ieri dicevano che eravamo ragazzini, oggi che siamo poteri forti. Facciamo paura, perchè hanno capito che questa è la volta buona", scrive. Qualcuno interpreta il messaggio come indirizzato a quegli opinion maker che in questi giorni non hanno rinunciato ad attaccare il governo.Poi critica chi "sfruta il dolore dei disoccupati, dei cassintegrati e dei precari" come "campa da gioco dello scontro politico".Da Squinzi nuovo plauso a lavoro del governo. "Lei si è assunto il pesante fardello di far uscire l'Italia dalle secche di regole e culture sorpassate che sappiamo ci condurrebbero a un lento ma inarrestabile declino" con queste parole il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi si è rivolto al presidente del Consiglio Renzi durante l'assemblea degli industriali di Brescia. "Di questo arduo impegno non possiamo che esserle grati: se ne sentiva la necessità. Non bisogna temere - ha aggiunto Squinzi - anzi bisogna attendersi qualche dispiacere e non poco dissenso: sono resistenze dovute a inerzie e privilegi del passato delle quali un pò tutti hanno beneficiato", conclude Squinzi che apprezza l'impianto della legge di stabilità. "Ma può fare più sforzi su tre strade: ricerca, investimenti e Imu per le imprese" dice ancora Squinzi aggiungendo che c'è "una significativa discontinuità rispetto al passato".