Attualità

Intervista. Cananzi: «Un voto pulito contro le truppe cammellate»

Marco Iasevoli giovedì 21 maggio 2015
«Nel destino della Campania non c’è il declino. Però la rinascita non è solo questione di programmi e risorse. In questa regione è soprattutto la questione di un personale politico che abbia onestà e una forte base etica». Non si arrende alla dilagante rassegnazione Raffaele Cananzi. L’ex presidente nazionale di Azione Cattolica, deputato dell’Ulivo e sottosegretario nel secondo governo D’Alema e nell’Amato-bis, a 75 anni continua a dedicare la miglior parte del suo tempo allo studio dei problemi del territorio e alla formazione politica dei giovani. La sua analisi è lucida, e si sintetizza con un appello al voto: «Il grande rischio di queste elezioni è l’astensionismo. La confusione che c’è nella politica nazionale e regionale allontana gli elettori e il restringimento del corpo elettorale favorisce quei candidati che dispongono di "truppe cammellate". L’astensione premia le clientele e il voto familistico. Più sarà alta, più alta è la probabilità di avere dirigenti politici scadenti».Insomma "turiamoci il naso" e andiamo al voto.Le liste come al solito sono un mix di impresentabili e persone di grande pregio. Di fronte a questo stato di cose la responsabilità dell’elettore aumenta: non si defili, non fugga, favorisca gli uomini e le donne che hanno storie professionali e d’impegno importanti. Ce ne sono, non li lasciamo soccombere alle logiche clientelari.Insiste molto sulla preparazione dei politici...Insisto molto sulla loro rettitudine morale. In Campania la camorra bussa alle porte della politica in mille modi diretti e indiretti. Ci vogliono persone che sappiano individuare le insidie, scansarle, denunciarle, opporvisi con la buona amministrazione.Le polemiche sulle liste di De Luca e analoghe contraddizioni nelle liste di Caldoro possono favorire M5S?Il mio timore è che M5S a livello regionale possa replicare quanto abbiamo visto a livello nazionale: grande capacità nel raccogliere un istintivo bisogno di innovare e cambiare seguita poi dalla scelta di restare fuori dai giochi nelle decisioni che contano.In questa campagna elettorale purtroppo i grandi assenti sono stati i contenuti.C’è un tema fondamentale e prioritario: la Campania dimenticata dalle politiche nazionali negli ultimi 20 anni, insieme a tutto il Mezzogiorno. Anche da Renzi mi aspetto di più. La nuova giunta deve essere in grado di pretendere un rilievo specifico della questione-Sud sul piano nazionale. Stiamo sopportando una desertificazione industriale e occupazionale che dovrebbe allarmare qualsiasi governo e qualsiasi formazione politica.Vie di uscita?La valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici: Ercolano, Paestum, Pompei, gli splendidi e sconosciuti centri storici diffusi in tutta la Regione. Le soluzioni per Napoli est, Bagnoli e altre aree industriali dismesse. L’utilizzo appropriato dei fondi europei: occorre spenderli tutti puntando non su microprogetti non sinergici tra di loro, ma su grandi progetti finalizzati all’innovazione, alla creazione di lavoro, alla tutela ambientale e all’inclusione sociale. Accenderei i riflettori anche sulla formazione professionale, di competenza regionale, in collegamento alla crisi del nostro pregiato artigianato locale. E poi una risposta veloce allo stato di profonda difficoltà dei trasporti pubblici, che blocca la mobilità di lavoratori e studenti. Un buon governo regionale non può dimenticare le politiche sociali: è vero che il Fondo nazionale è stato tagliato, però bisogna fare in modo che tutti gli ambiti territoriali offrano almeno tutti i servizi essenziali. Attiene alla dignità della persona.Serve anche una lotta decisa alla corruzione, che il Papa ha fortemente condannato nella sua visita a Napoli.In Campania la corruzione non ha tanto le forme delle maxitangenti quanto la forma dello spreco di denaro pubblico negli appalti, nelle forniture alle amministrazioni, nelle varianti ai lavori pubblici. È un cancro coinnervato al cancro della camorra, che si è dotata di una propria economia per riciclare soldi. E qui si ritorna al tema della classe politica ben formata, competente ed onesta, al tema del voto responsabile dei cittadini campani. Le norme non bastano, deve tornare l’etica.