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Rifiuti. Incendio a Malagrotta. E sul Piano prosegue la polemica tra Raggi e Pd

Redazione romana giovedì 25 maggio 2017

A fuoco un deposito di rifiuti in via di Malagrotta 257 a Roma. L'incendio si è sviluppato in un capannone di due piani adibito a deposito di rifiuti probabilmente generici. Sul posto i vigili del fuoco, con tre squadre e il supporto del Nucleo batteriologico e del carro autoprotettori. Al momento non si conoscono altri particolari sull'entità del rogo.


Intanto a Roma prosegue la polemica sui rifiuti. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, assicura che tre nuovi impianti per il compostaggio saranno pronti al massimo in un anno. Dichiarazioni che non convincono l'opposizione, soprattutto il Pd, che controbatte: «Ancora bugie», dice la consigliera capitolina Ilaria Piccolo. Ma l'assessora alla Sostenibilità ambientale di Roma Capitale, Pinuccia Montanari, e il presidente della Commissione capitolina Ambiente, Daniele Diaco, in una nota congiunta ribaltano le accuse. «Il Pd la finisca di dire menzogne». Il Piano per i materiali post-consumo dal 2017-2012, assicurano - per «tranquillizzare i cittadini» - prevede l'autosufficienza nella gestione dei rifiuti «senza ricorrere a discariche o inceneritori nella provincia e chiudendo il ciclo nel territorio del Comune». A quanto si apprende i tre impianti per il trattamento della frazione umida previsti dal piano sono nella fase degli studi di fattibilità.


La prima cittadina parla al "Fatto Quotidiano" per rigettare le accuse di inesperienza. «Dove governiamo risaniamo i danni dei cosiddetti esperti. Lo sto facendo anch'io, col tempo necessario per ripartire dopo le devastazioni», dice. «Talvolta la tempistica non soddisfa i cittadini», ammette Raggi, «ma abbiamo eliminato l'eterno ricorso all'affidamento diretto». Ad esempio per le gare sulle buche «ci sono voluti tra i 6 e gli 8 mesi, ma i lavori stanno partendo». Sui rifiuti, «percepiamo anche noi il malessere. Ma è inevitabile, dopo anni di abbandono». Il sistema va riorganizzato. «Fino a quando c'era Malagrotta, la discarica più grande d'Europa, tutto finiva lì. Poi nel 2013 l'hanno chiusa all'improvviso, senza un piano alternativo. Ed è emerso un sistema del tutto insufficiente. Bisogna ragionare sul lungo periodo, e il primo passo è la riduzione dei rifiuti».