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Roma. La sindaca Raggi indagata per la nomina di Renato Marra. «Ho informato Grillo»

Alessia Guerrieri martedì 24 gennaio 2017

Virginia Raggi (Ansa)

La conferma è arrivata direttamente da Virginia Raggi. Così sulla sua bacheca Facebook, a metà pomeriggio, compare stringata la notizia: «Oggi mi è giunto un invito a comparire dalla procura di Roma nell’ambito della vicenda relativa alla nomina di Renato Marra a direttore del dipartimento Turismo che, come è noto, è già stata revocata». Poco sotto la precisazione: «Ho informato Beppe Grillo e adempiuto al dovere d’informazione previsto dal Codice di comportamento del Movimento 5 Stelle». Una sintesi delle informazioni a cui, però, il numero uno del Campidoglio ci tiene ad aggiungere: «Sono molto serena, ho completa fiducia nella magistratura, come sempre. Siamo pronti a dare ogni chiarimento». Al centro delle indagini dei magistrati – l’accusa sarebbe di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico ­- la nomina del fratello di Raffaele Marra, Renato, alla direzione del dipartimento Turismo. Raggi per la procura avrebbe detto il falso alla responsabile anticorruzione del Campidoglio e non avrebbe impedito a Raffaele Marra di partecipare alle procedure di nomina del fratello Renato. La sindaca dovrebbe essere ascoltata dai magistrati romani la prossima settimana, il 30 gennaio. Anche lo stesso Raffaele Marra, inoltre, risulterebbe indagato in concorso per abuso d'ufficio nell’inchiesta sulla nomina del fratello, Renato, e che coinvolge la sindaca Virginia Raggi.

Il post su Fb di Virginia Raggi - ANSA



La vicenda. La Raggi ad ottobre 2016 vara la rotazione di 40 dirigenti comunali in ossequio alle direttive anti corruzione, la procedura scelta è quella dell’interpello. Il 9 novembre scorso la sindaca firma l’ordinanza in cui assegna i singoli ruoli: Raffaele Marra rimane al Personale, incarico che ricopre da agosto, mentre il fratello Renato viene promosso dalla Polizia locale alla guida della direzione Turismo. Una nomina fatta dopo aver sentito gli uffici del Personale come previsto dalla prassi amministrativa. Ma il codice di comportamento del Campidoglio prescrive all'articolo 10 che «il dipendente si astiene dal partecipare all'adozione
di decisioni che possano coinvolgere interessi propri, o di suoi parenti e affini entro il secondo grado
». È in questo passaggio che maturerebbe la possibile ipotesi di reato. Nelle scorse settimane la Raggi aveva revocato in autotutela la sua nomina al Turismo.

Le reazioni. A fermare la catena di repliche dei democratici, ci pensa il segretario del Pd Matteo Renzi che sui social network scrive: «Dimostriamo che siamo davvero diversi. Non cerchiamo scorciatoie giudiziarie, non cediamo all'odio per l’avversario,
non attacchiamo Virginia Raggi oggi». Un invito dunque per tutto il Pd «a rispettare la presunzione di innocenza e non rincorrere le polemiche». Poco prima, infatti, i parlamentari dem, a partire dal senatore Stefano Esposito, avevano proprio ricordato che con la sindaca indagata «ecco a voi spiegato il perché del nuovo codice etico di comodo presentato da Grillo». Dall’opposizione, inoltre, arriva chiara la richiesta di trasparenza. Mi auguro che questa volta Raggi non racconti l’ennesima verità – dice Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia al Comune di Roma ­- ma solo la realtà. È giusto fare chiarezza, capire se la sindaca ha mentito ai romani nelle sue precedenti versioni».