Attualità

Coronavirus. Le radio reagiscono e aiutano gli ascoltatori. Ma crescono le difficoltà

Fabrizio Carnevalini sabato 4 aprile 2020

Una emittente radio

Come reagiscono le radio all’emergenza coronavirus ? Abbiamo provato a verificarlo in Italia, dove la pandemia è dilagata per prima in Europa. Non potendo ascoltare tutte le 1094 emittenti che trasmettono in FM, le 273 sul Dab o le 12 in onde medie nel nostro Paese, dopo il decreto governativo che invitava la popolazione a limitare gli spostamenti, abbiamo visitato tutti i siti delle radio rilevati attivi dalle liste del settore, Fmlist e Fmscan.

Un centinaio di siti informativi dava ampio spazio all’eccezionalità della situazione; tra i network e le superstation (stazioni con copertura multiregionale), però solo Dimensione Suono Roma dava ampio spazio al messaggio del governo: nella home page campeggiava l’hastag #stamoseneacasa (versione in dialetto romanesco dell’invito a non uscire).

Radio inBlu, radio e agenzia radiofonica della Conferenza episcopale italiana dava e dà invece nella home page ampio spazio all'informazione sul coronavirus.

Variegata la risposta delle radio locali e comunitarie: Radio C1 di Pescara proponeva un messaggio di speranza, Radio Punto Nuovo di Napoli l’intervista a un animatore di Radio Zona Rossa, programma in onda dal 23 febbraio su Radio Codogno: due notiziari quotidiani sulla diffusione del virus nella città che, seguendo il modello cinese, è stata tra le prime ad essere isolate in Italia. Radio Nuova Macerata puntava sulle informazioni utili: i servizi gratuiti di consegna a domicilio della spesa, utili agli anziani per non uscire di casa ed esporsi al contagio. Radio Montecalvo, emittente del foggiano, proponeva una preghiera a Padre Pio per la protezione dal coronavirus. Ma abbiamo anche trovato una radio che non aveva nulla di meglio che pubblicizzare un sito a luci rosse.

Ma c'è anche ci pensa ai bambini. Con il blocco delle scuole e la necessità dei genitori di gestire l’esuberanza dei figli più piccoli, è apprezzabile l’iniziativa di Radio Millennium, che manda in onda favole per bambini registrate dalla compagnia del Teatro del Cerchio di Parma. Ma l’attenzione verso i ragazzi non è una prerogativa italiana: in Germania, tra le altre, ci sono le radio regionali, NDR e SWR, che hanno ampliato l’offerta di programmi educativi per i ragazzi.

Nel complesso le emittenti radiofoniche cercano di aiutare gli ascoltatori costretti a stare a casa sia con l'informazione, ma anche con l'intrattenimento e lamusica.

Difficoltà economiche

C'è poi il problema, davvero serio, delle difficoltà economiche legate al calo della pubblicità. Col passare dei giorni il problema si aggrava: Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Televisioni (associazione di categoria dei maggiori operatori radiotelevisivi nazionali) ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

L’associazione Aeranti-Corallo, che rappresenta 439 radiotelevisioni locali, ha chiesto 130 milioni di euro: 80 milioni in più da suddividere secondo le regole per raddoppiare il del finanziamento annuale (da 80 a 90 milioni di euro per il 2019, distribuiti in base a graduatorie a 937 emittenti: 137 tv commerciali, 274 tv locali comunitarie, 172 radio commerciali, 320 radio locali comunitarie) e altri 50 milioni per un credito di imposta del 50% a copertura delle spese per l’affitto di sedi, postazioni e energia elettrica (per i mesi da marzo a giugno 2020). Ricordiamo che il previsto finanziamento di 40 milioni di euro era stato cancellato all’ultimo momento dal decreto Cura Italia del 16 marzo.

In difficoltà anche molte emittenti estere, pure alcune Internazionali. Il palinsesto è stato annullato a Radio Exterior de Espana, servizio internazionale in onde corte di Madrid, che dal 16 marzo ripete la radio nazionale con bollettini sul coronavirus. Situazione identica in Argentina, con la Rae (Radiodifusion Argentina al Exterior), che diffonde solo i programmi di Radio Nacional.

Tagli drastici in India: dal 22 marzo il premier Narendra Modi ha limitato la radio nazionale ai programmi di Vividh Bharati (emittente di propaganda creata nel 1957 per contrastare l'allora Radio Ceylon) diffusi da Mumbai, ai notiziari di All India Radio di Delhi e ai servizi regionali con notizie locali. Cancellati l’intrattenimento, la musica e lo sport; riconvertite in analogico le trasmissioni digitali in onde medie, per consentire l’ascolto sui comuni ricevitori commerciali.