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LA QUESTIONE BIOETICA. Fli, cresce il dissenso contro la linea laicista

Marco Iasevoli giovedì 12 agosto 2010
La sortita del vicecapogruppo Fli alla Camera Benedetto Della Vedova su unioni gay, legge 40 e biotestamento divide i finiani. Alla Camera, a giudicare dagli umori raccolti, superano già la decina i parlamentari di Futuro e libertà che hanno apertamente dichiarato di non essere d’accordo con le posizioni espresse dall’ex esponente radicale (e c’è chi, come Souad Sbai, non ha nascosto l’eventualità di rientrare nel Pdl, nel caso le dichiarazioni del collega siano rappresentative dell’intero gruppo). Ieri si sono fatti sentire «in modo compatto» anche i dieci senatori. In una nota hanno presentato una lista di priorità, oggetto della verifica settembrina con il Pdl, in cui non ci sono né unioni di fatto né questioni etiche. Quelle di Della Vedova sono dunque «opinioni personali», spiega Mario Baldassarri, reggente della nuova formazione a palazzo Madama. Per i "futuristi", incalza, «è giunto il momento di avere una comunicazione univoca, seria e condivisa», per evitare «fughe in avanti» che possono minare il patto con gli elettori.Il passo indietro dello stesso Della Vedova, e i freni azionati da diversi compagni, non placano però le preoccupazioni dell’Udc circa gli sbocchi del dialogo con i finiani. «Io non credo che abbia parlato a titolo personale», sbotta Luisa Santolini. Per la centrista gli indizi sono troppi: il fatto che nemmeno per settembre il presidente della Camera abbia calendarizzato la legge sul biotestamento - testo già votato al Senato e che fin da principio Fini ha bollato come «confessionale» -, il parere negativo espresso sul provvedimento da Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia e avvocato personale dell’ex leader di An, ora la nomina dell’ex radicale come vicecapogruppo a Montecitorio. «Mi pare che queste dichiarazioni raffreddino l’idea di fare delle alleanze organiche», spiega la deputata pensando al voto e al "terzo polo". Quanto agli scenari immediati, «sono possibili convergenze punto su punto», ma anche nell’agenda di un eventuale governo di transizione «è chiaro che temi del genere non dovranno apparire».Le questioni etiche, d’altra parte, sono un ulteriore ostacolo alla ripresa del dialogo tra Fli e Pdl. Ieri lo ha fatto intendere l’azzurro Antonio Mazzocchi: «Fini prenda posizione su legge 40 e unioni gay». Insomma, se e quando ci si siederà intorno ad un tavolo occorrerà che i "fuoriusciti" dicano «se condividono ancora la carta dei valori del Pdl». Diversamente, prosegue Enzo Ghigo, «la strada per ricucire lo strappo è tutta in salita». La preoccupazione che la spunti chi da un lato e dall’altro «corre alle urne» è anche ciò che muove i senatori finiani. Baldassarri, dal quale traspare il disagio per le esternazioni personali dei colleghi di Montecitorio, pone certo un problema di comunicazione, ma anche di obiettivi: a palazzo Madama sembrano averne uno solo, restare nella maggioranza.