Attualità

INTERVISTA A QUAGLIARIELLO. «Voltiamo pagina, riuniamo i moderati»

Marco Iasevoli giovedì 25 ottobre 2012
«Ho temuto che non ce la facessimo. Che il progetto, il sogno di proiettare il Pdl e il centrodestra oltre Berlusconi senza rinnegarlo, senza dividerci, senza suicidarci, non potesse più vedere la luce. Adesso sono sollevato, e sono grato all’uomo-Berlusconi che ha evitato di cedere alla tentazione dei piccoli calcoli politici, ha tolto un tappo e ha aperto la prospettiva che i moderati si presentino uniti alle elezioni». Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, ieri è tornato a respirare. Poche ore fa aveva davanti agli occhi un unico scenario: «L’asse D’Alema-Bersani-Vendola che si prende l’Italia, e noi che ci riduciamo ad essere tante piccole ed insignificanti tessere del puzzle».È davvero cambiato qualcosa? La decisione di Berlusconi è definitiva?Indietro non si torna più. C’è una data, il 16 dicembre, ed è questa la differenza più profonda rispetto agli ultimi annunci. Abbiamo voltato pagina.Cosa sarebbe accaduto senza il ritiro?La disgregazione era a un passo. Mentre a sinistra si strutturava un fronte, noi parlavamo di listini e spacchettamenti. Abbiamo invertito la tendenza.Ne è così sicuro? La candidatura di Santanché, ad esempio, va verso l’unità dei moderati?Io dico solo questo: sosterrò Alfano, perché è portatore di una linea che non cancella Monti pur criticando alcune scelte, di una linea europeista ma consapevole dei difetti strutturali della costruzione europea. Se vincerà lui, sarà più semplice riavvicinare le forze che si oppongono alla sinistra.Dunque queste primarie sono una resa dei conti nel Pdl?Misuriamo le parole: quantomeno serviranno a decidere in modo civile il leader del partito mettendo fine a gossip e insulti. È già tanto. Ma, se lo si vuole, saranno primarie aperte a tutti.Basta per tornare con Casini?Casini aveva posto la precondizione del ritiro di Berlusconi: ora non ha più scuse. Ma la nostra ambizione è più ampia: vogliamo ridire con forza che il Pdl, unito, è il perno della riaggregazione dei moderati. Io mi aspetto che da oggi i sondaggi ci premino.Anche per lei è giorno di nostalgie?Io sono felice per l’uomo Berlusconi: ha compiuto l’atto che De Gaulle considerava il più difficile di tutti, abbandonare la prima linea a testa alta, cambiare ruolo senza lasciare macerie ma un’eredità politica da spendere.Da dove riparte il Pdl?Dall’idea per cui la politica non può fare a meno dei principi, ma deve declinare in scelte concrete valori e opzioni di fondo, senza limitarsi a gestire le contingenze.La mossa di Berlusconi sblocca la riforma elettorale?Senza l’ipotesi dello spacchettamento viene meno la tentazione di tenerci il Porcellum. Cambiarlo sarà più facile, il testo ora al Senato, con alcune auspicabili correzioni, ha davanti una strada con meno ostacoli.