Attualità

BOLOGNA. «Pillola alle minorenni». Proposta choc

Tommaso Romanin mercoledì 31 ottobre 2012
​L’Emilia-Romagna come la Francia, dove il Governo di Francois Hollande ha deciso di rendere gratuita la pillola per le ragazze dai 15 ai 18 anni. La proposta arriva da Bologna,  lanciata dal consigliere comunale del Pd Corrado Melega, ginecologo: sempre più bassa l’età del primo rapporto sessuale, sempre più costosi gli anticoncezionali, è il suo ragionamento. Un discorso fatto in consiglio lunedì, che genera, però, discussioni e contrarietà. Numerose le prese di posizione contrarie: dal Movimento per la Vita, al centrodestra, fino a qualche "distinguo" nella maggioranza di centrosinistra.L’occasione per insistere sul tema, già portato avanti in passato dal medico attivo anche con la Rete Laica, è una dichiarazione di inizio seduta, uno spazio nel quale i consiglieri di Palazzo D’Accursio affrontano argomenti di attualità, anche non strettamente legati alle competenze dell’amministrazione del sindaco Virginio Merola. Gli anticoncezionali, dice Melega «sono spesso poco sostenibili da parte dei giovani: si va dal prezzo medio di una scatola di pillole tra i 7 e i 10 euro, ai 56 euro di un dispositivo intrauterino, agli otto euro circa di una scatola di preservativi. Il prezzo del coito interrotto – arriva a dire il ginecologo – e dei metodi naturali è spesso un figlio». Il numero delle gravidanze nelle minorenni «è in aumento e si tratta quasi sempre di gravidanze indesiderate». A chi fa notare che l’idea non sarebbe attuabile, non solo perché ignora qualsiasi profilo educativo, ma anche perché siamo in tempi di spending review, replica: «Il costo iniziale sarebbe controbilanciato dal risparmio in termini sanitari e sociali».«Questa idea ci disgusta ma non ci meraviglia – ribatte Lucia Galvani, presidente del Movimento per la Vita bolognese - che segue la logica che dice "il consumatore chiede, noi gli diamo". Senza guardare ai veri bisogni dei giovani». La pillola anticoncezionale è un metodo "cripto abortivo", sottolinea. «È poi inaccettabile che anche il nostro Paese si adegui al peggio di quanto l’Europa pretende di propinarci».Ma anche la politica non tace. Per il centrodestra, all’opposizione, «è una proposta ideologica e fuori dal tempo, che non può trovare concreta applicazione», fa notare Valentina Castaldini (Pdl). «Non so se Melega conosca qualche ragazza minorenne che abbia questa pretesa. Quelle che conosco io, hanno altre esigenze». Bisognerebbe piuttosto affrontare «la questione educativa, cioè come rispondere ai ragazzi nelle famiglie – dice ancora Castaldini – come aiutarli». Ma anche nel Pd c’è chi chiede di "non banalizzare" la questione. Come Raffaella Santi Casali, consigliere cattolica: «Come madre ritengo che ragionare della sessualità dei ragazzi in termini di costi-benefici sia riduttivo. Come adulti dobbiamo porci il tema dell’educazione all’affettività, al rispetto per se stessi e gli altri, a guardare alla persona umana nella sua integrità». L’argomento divide, come non mancherà di farlo un altro annuncio, diffuso ieri in città: il referendum contro i finanziamenti comunali alle scuole materne paritarie si farà.  A favore, associazioni, partiti di sinistra, Movimento 5 Stelle. Uniti nella contrarietà, invece, l’amministrazione, il Pd e il centrodestra.