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Scuola. Ecco chi è la prof milanese tra i migliori 50 insegnanti al mondo

Paolo Ferrario mercoledì 13 dicembre 2017

La matematica come filosofia di vita. Anzi, come via di riscatto sociale e miglioramento della società. Tra formule e teoremi, Lorella Carimali si sente talmente a suo agio che si è inventata un nuovo metodo per farla amare anche agli studenti più refrattari del Liceo scientifico statale «Vittorio Veneto» di Milano, dove insegna. Il suo «tirocinio cognitivo» le è valso la nomination al Global Teacher Prize, l’equivalente del premio Nobel degli insegnanti. Selezionata, unica italiana, tra i 50 finalisti dalla Varkay Foundation (che ha analizzato i profili di 40mila candidati di 173 Paesi del mondo), la prof milanese, trent’anni di docenza alle spalle, insegna la matematica puntando sulla motivazione degli studenti, lanciando loro continue sfide. E alzando ogni volta l’asticella.

L'importanza del maestro

«Il metodo del tirocinio cognitivo parte dall’idea che, nella realtà, c’è sempre il rapporto con un maestro», spiega Carimali, allieva di don Aldo Geranzani alla Chiesa Rossa ed estimatrice di don Lorenzo Milani («Se rinascesse oggi direbbe che, oltre all’arte della parola, bisognerebbe insegnare ai ragazzi anche il sapere della matematica, per sapersi destreggiare nella società attuale»). Nella classe della prof Carimali, referente anche per i progetti di alternanza scuola-lavoro, il maestro non è necessariamente l’insegnante, ma può essere anche un compagno più bravo o un esperto esterno che aiuta gli studenti ad affrontare i problemi, le sfide assegnate dalla docente. «La scuola è il primo esempio di società – sottolinea l’insegnante – e io voglio che i miei allievi crescano come persone in grado di lavorare insieme e di aiutarsi a vicenda. Per farlo divido la classe in gruppi all’interno dei quali sono spesso gli stessi studenti ad individuare il maestro che spiega a tutti i processi mentali che l’hanno portato a trovare la soluzione al problema assegnato. Un metodo che non funziona soltanto con la matematica ma aiuta anche ad affrontare la vita. Perché quando le sfide sono molto alte ti rendi conto che puoi arrivare ovunque». Anche alla finale del campionato mondiale degli insegnanti, partendo «da una casa di ringhiera» in un quartiere popolare di Milano e facendo grandi sacrifici per arrivare a una laurea vissuta con vero «riscatto sociale». Lo stesso che Lorella Carimali vuole per i suoi ragazzi, anche per quelli più difficili. Così, con Eugenia D’Aquino, si è inventata pure il «teatro matematico», mettendo in scena dei testi teatrali, scritti dagli alunni, su argomenti matematici. Attualmente, con le seconde del «Vittorio Veneto» sta lavorando alla stesura di un testo sulle «geometrie non euclidee».

«Dai ragazzi risposta entusiasta»

«La risposta degli studenti è favolosa ed entusiasta», gongola l’insegnante. Orgogliosa dei risultati conseguiti dagli allievi. «Lo scorso anno ho portato all’Esame di Stato una quinta un po’ complicata – racconta –. Eppure nessuno ha preso l’insufficienza in matematica e ci sono stati anche quattro 100». Perché, aggiunge, «nei contesti difficili non bisogna abbassare le aspettative ma alzare le motivazioni».

Una fondazione per la matematica inclusiva

Per questo, se dovesse vincere il premio da un milione di dollari, che sarà assegnato al miglior insegnante del mondo alla finale di Dubai del 18 marzo, ha già deciso di impiegare una parte consistente di quella montagna di soldi (che destinerebbe anche ad organizzazioni di volontariato), per costituire una fondazione che diffonda il metodo della matematica inclusiva. «La matematica – conclude – non ha confini, è un linguaggio universale che aiuta a incontrarsi e a migliorare la società. Per questo mi piacerebbe insegnarla alle maestre delle elementari, affinché possano farla amare agli scolari fin da piccoli».