Attualità

MILANO. Processo Ruby, condanna che scotta

Luigi Gambacorta lunedì 24 giugno 2013

Sette anni. Peggio del peggio, dunque? Niccolò Ghedini, chino sul trolley in maniche di camicia, stipa come può la toga. Inutile chiedergli se ha fretta di andar via. «Da quanto tempo, da quanto tempo che lo dico?». Dice cosa? «Che sarebbe finita così! Hanno applicato la vecchia concussione per prescrizione». Hanno superato di un anno la pretesa «stratosferica» della Boccassini, attestata sul l’ipotesi della induzione indebita, che proprio Ghedini aveva bollato come «frutto di una ricostruzione sociologica e morale della vita Cavaliere». Hanno soprattutto applicato l’interdizione perpetua dai pubblici uffici che già sancita per 5 anni nel processo Mediaset, lo cancellerebbe definitivamente dalla vita politica.Berlusconi sapeva che Karima El Mahroug era minorenne. Sapeva chi era e come viveva, per questo l’ha ospitata ad Arcore. Avrebbe dovuto sapere anche che un Presidente del Consiglio non può  telefonare in questura per evitare l’affidamento in comunità di una ragazza sbandata. Così i due reati, prostituzione minorile e concussione per costrizione, stanno insieme,  legati  "in continuazione", aggravati l’uno dall’altro.Ma altri reati e altre inchieste sono stati innescati dalla foga, dalla  pretesa di far tacere tutti. La sentenza ordina infatti di trasmettere gli atti alla Procura per false dichiarazioni di ben 32 testimoni. Si tratta in pratica di tutte le ragazze, le Olgettine che Berlusconi, con alloggi e bonus mensili da 2500 euro, "risarcisce" del presunto danno loro arrecato. Che nessuna si sia costituita parte civile, rafforza per il Tribunale il sospetto che la generosità" del Cavaliere sia funzionale al silenzio delle giovani ospiti. Di qui l’ipotesi, non più remota di una nuova accusa per lui, di corruzione in atti giudiziari.  Per Karima e il suo compagno Luca Risso, tornati in vacanza in Messico, è già stato disposto  il sequestro dei beni. La ragazza, che ha sempre negato rapporti con l’ex premier, è stata beneficiata da almeno 57 milioni ( 187 per la Procura).Tutto risolto in tre minuti. Poi la presidente Giulia Turri, seguita come vuole in composta processione dai giudici a latere Carmen D’Elia e Orsala di Cristofaro,si eclissa, lascia l’aula al ronzante stupore dei mormorii. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni. Ma nessuno, neppure Pietro Longo, l’altro difensore, si rifugia nei rituali: «Vedremo, valuteremo».Bruti Liberati, per la prima volta in aula da procuratore capo con la toga che lo ingoffa, mette letteralmente le mai avanti: «Non vi aspettate da me alcuna dichiarazione». Accanto a lui, il sostituto Antonio Sangermano, che ha condotto l’accusa con spietata eleganza,fa cenno che è tempo di tacere. D’altro canto la durezza della sentenza parla da sola.Deferito all’Ordine degli avvocati Luca Giuliante, che avrebbe mascherato (6 ottobre 2010) come indagine difensiva il tentativo di conoscere cosa Karima avesse detto nei primi interrogatori in Procura. Fatto salvo l’altro processo (Fede, Mora, Minetti), l’inchiesta riguarderà anche tutta la corte che ha partecipato o protetto le "avventure" del Cavaliere. Così nell’elenco finiscono il viceministro agli Esteri Bruno Archi, gli onorevoli Maria Rosaria Rossi e Valentino Valentini, l’euro parlamentare Licia Ronzulli. Quindi animatori-cantanti come Mariano Apicella, o vecchi amici in fama di eleganza come Giorgio Puricelli e Carlo Rossella.<+copyright>