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Processo in Vaticano. Becciu: il Papa chiese le lettere, non feci manipolazioni

M.Mu. sabato 18 marzo 2023

Il cardinale Angelo Becciu in una foto di archivio

Il cardinale Angelo Becciu: «Non sono un manipolatore. Non ho mai manipolato nessuno e tanto meno il Santo Padre». Il sostituto della Segreteria Edgar Peña Parra: «Chiesi alla Gendarmeria di fare un rapporto sullo Ior: aveva un atteggiamento anomalo». Sono due dei più interessanti elementi emersi ieri al processo in corso in Vaticano.

Il cardinale Becciu, con una dichiarazione spontanea, è tornato sul suo carteggio col Papa prodotto in una scorsa udienza dal promotore di giustizia Alessandro Diddi. Becciu ha depositato una lettera al Pontefice (datata 20 luglio 2021), per dimostrare che le dichiarazioni a proprio favore sottoposte a papa Bergoglio perché le firmasse, in realtà gli erano state richieste dallo stesso Pontefice in una telefonata del 19 luglio. Di qui la sua sorpresa per il diniego del Papa nella lettera del 21 luglio.

«In essa notai uno stile e una terminologia non consuete per il Santo Padre, i cui toni ben conosco per i 5 anni di diuturna collaborazione come sostituto». «Trovo incomprensibile, per non dire ingiustificato - ha aggiunto Becciu - il comportamento processale del promotore, il quale, nello scegliere di divulgare corrispondenza privata tra me e il Santo Padre, ha ritenuto di farlo in maniera parziale».

Sempre ieri Peña Parra, audito come teste, ha completato la sua deposizione. Sul prestito non concesso nel 2019 dallo Ior alla Segreteria di Stato per estinguerne un altro che costava un milione di euro al mese, ha detto: «Quando fu chiaro che lo Ior non lo avrebbe concesso, l’Apsa trovò una linea di credito e si ridussero i costi a 800mila euro all’anno».

Fu il comportamento «anomalo» dell’Istituto a indurlo a rivolgersi alla Gendarmeria per accertare se lo Ior fosse in contatto con «la parte a noi avversa, Torzi. Mai sono stato ricattato».

Infine Peña Parra, rispondendo a Giuseppe Pignatone, ha confermato la versione del cardinale Becciu sui soldi mandati alla società di Cecilia Marogna. «Perlasca mi disse che era un’operazione portata avanti da Becciu. Gli feci notare che non potevo autorizzare il bonifico prima di parlarne con il Papa. Il Papa mi confermò che i fondi servivano a far liberare la suora rapita in Mali. Ne parlai anche con Becciu. Il nome di Marogna l’ho appreso dai giornali».