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Istat. Risalgono le nozze: +2,3%. Ma ci si sposa sempre più tardi

Redazione Internet mercoledì 20 novembre 2019

Foto archivio Siciliani

Primo piccolo ma incoraggiante segnale sul fronte delle nozze: nel 2018 sono stati celebrati in Italia 195.778 matrimoni, circa 4.500 in più rispetto all'anno precedente (+2,3%), ma prosegue la tendenza a sposarsi sempre più tardi. Attualmente gli sposi al primo matrimonio hanno in media 33,7 anni e le spose 31,5 (rispettivamente 1,6 e 2,1 anni in più rispetto al 2008). Lo rileva l'Istat. Le seconde nozze, o successive, dopo una fase di crescita rilevata negli ultimi anni, dovuta anche all'introduzione del "divorzio breve", rimangono stabili rispetto all'anno precedente (incidenza sul totale dei matrimoni raggiunge il 19,9%).

Nel 2019 sono state 2.808 le unioni di coppie dello stesso sesso; si conferma la prevalenza di coppie formate da due uomini (64,2%) e del Nord-ovest come ripartizione di costituzione delle unioni (37,2%).

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I matrimoni con rito civile sono esattamente la metà di quelli celebrati.

Quelli con almeno uno sposo straniero sono il 17,3%.

La ripresa delle prime nozze, spiegano i ricercatori, è servita a contrastare l'effetto negativo dell'invecchiamento della popolazione, per il quale ci sono meno giovani nella fascia d'età interessata alle nozze.

Un altro fattore che influisce è la diffusione delle convivenze, più che quadruplicate dal 1998 al 2018: da 329mila a 1 milione e 368 mila. La convivenza è sempre più diffusa anche nel caso di famiglie con figli; l’incidenza di bambini nati fuori del matrimonio è in continuo aumento: nel 2017 quasi un nato su tre ha i genitori non coniugati.

Sempre più spesso - osserva l'Istat - il matrimonio viene celebrato a sugello di relazioni da tempo costituite. Nel 2018 i matrimoni in cui almeno uno sposo ha 65 anni o più costituiscono ancora una quota residuale del totale dei matrimoni: 3,4% quando è lo sposo ad avere più di 64 anni, 0,9% quando è la sposa; tuttavia la proporzione è più che raddoppiata rispetto al 2008 sia per gli uomini sia per le donne (erano rispettivamente 1,4% e 0,4%)