Attualità

Milano. Gli «eroi normali» del Premio Ambrosoli. Ecco chi sono

giovedì 19 gennaio 2017

Un momento della serata

Un preside a Scampia, un giornalista sotto scorta, un imprenditore che ha perso la sua azienda dopo aver denunciato la 'ndrangheta.. sono 14 gli "eroi normali", esempi di integrità e responsabilità per la difesa dello stato di diritto in Italia, applauditi la sera del 16 gennaio al Piccolo Teatro di Milano, durante la cerimonia conclusiva del Premio Giorgio Ambrosoli.

La quinta edizione ha assegnato 4 premi, 6 menzioni speciali, 2 premi speciali e per la prima volta un riconoscimento europeo.

Ecco i nomi dei premiati

L’imprenditore Salvatore Barbagallo di Vibo Valentia, che ha perso la sua azienda dopo aver denunciato la n’drangheta, è il primo a ritirare la Menzione Speciale. “La legalità - ha detto - ti esce spontanea. E’ una cosa bella che ognuno di noi dovrebbe avere”.

Il giornalista Paolo Borrometi di Ragusa, autore di inchieste scottanti, da anni sotto scorta, per cui “un giornalista ha un solo compito, ovvero quello di vedere e descrivere la realtà così come effettivamente è, perché un popolo che non è informato non è libero di scegliere.”

Andrew Jennings, giornalista scozzese noto in tutto il mondo per inchieste sulla corruzione dalle forze dell’ordine allo sport, il quale vede infatti nella libera informazione l’unico strumento per sconfiggere corruzione e illegalità all’interno del mondo sportivo - e non solo - di cui si è occupato in trent’anni di carriera.

I funzionari d’impresa Luigi Nocerino e Andrea Franzoso, che hanno denunciato le malefatte in Ferrovie Nord Milano: “Con noi viene premiata la normalità, perché non abbiamo fatto nulla di speciale. In Italia purtroppo avviene così, vengono premiati atti che dovrebbero essere la normalità”.

L’atleta Silvano Barco, testimone chiave in Italia nel contrasto al doping: “Non mi ritengo un eroe. Lo sport dovrebbe essere il contesto in cui l’uomo realizza un bisogno fisico e sociale. Negli anni in cui io gareggiavo le pratiche di doping erano al massimo del loro utilizzo. Siamo tutti uomini, quindi peccatori; ma dobbiamo avere l’umiltà di chiedere scusa”.

La scienziata Ilaria Capua, vittima da parlamentare di un’accusa giudiziaria rivelatasi del tutto infondata, dimessasi dopo il
completo proscioglimento, ha trasmesso un partecipato messaggio video dalla Florida dove oggi dirige uno dei principali centri internazionali di medicina: “Sono venuta fin qui a ricostruirmi”.

Emanuele Feltri, imprenditore agricolo di Catania, ha denunciato i soprusi contro le piccole aziende agricole e le prepotenti dinamiche di mercato che le penalizzano e strozzano, in un quadro di intimidazioni per evitare il ripristino a usi agricoli di terreni abbandonati appetiti da interessi mafiosi.

Silvio Novembre, il maresciallo della Guardia di Finanza che affiancò Giorgio Ambrosoli durante i drammatici anni della liquidazione della Banca Privata Italiana di Sindona, purtroppo non presente per motivi di salute. Il ritiro del Premio Speciale di
cui viene insignito è raccolto dalla nipote Francesca, che diviene voce e testimone fisica dell’augurio che nel suo messaggio il maresciallo lancia a tutti i giovani.

Pino Gusmaroli, consulente esperto del mercato borsistico, fu uno dei più preziosi collaboratori di Giorgio Ambrosoli nella squadra che lo affiancò nella liquidazione della Banca Privata Italiana di Michele Sindone. Nel ricevere il Premio Speciale, ha voluto evidenziare come il bene prevalga, se ci si mantiene liberi e determinati.

Vincenzo Ciotola, dirigente scolastico a Scampia per anni, è stato incisivo: “Ho un compito e un impegno: dare speranza al cambiamento. La società è legata a vecchie consuetudini difficili da cambiare. La scuola deve raccogliere gli esempi delle persone presenti su questo palco e trasmetterle, cosicché i ragazzi che vivono e studiano in contesti difficili come quello di Scampia abbiano la voglia e il coraggio di non lasciare ad altri la gestione del proprio futuro”.

Giuseppe Antoci, dal 2013 presidente del Parco dei Nebrodi a Messina, di recente vittima di un gravissimo attentato, ha trasmesso un toccante messaggio di forte determinazione nella difesa della legge.

Adriana Musella, volontaria civile, protagonista dello straordinario ruolo che l’Associazione Riferimenti da lei ideata e fondata ha
svolto in particolare in Calabria da vent’anni per la sensibilizzazione dei giovani sui temi del contrasto alla criminalità organizzata attraverso il simbolo del fiore della Gerbera Gialla, ha ricordato il barbaro attentato con cui la n’drangheta uccise suo padre imprenditore nel 1982.

Mariella Russo, preside a Rosarno: “E’ giusto partire da una memoria, patrimonio comune, che però deve trasformarsi in impegno. Noi abbiamo attuato una pedagogia della scelta responsabile, cioè raccontare ai ragazzi della scuola che esiste una seconda opportunità, incidendo nei cuori dei figli dei mafiosi e dicendo loro che potevano scegliere e rinunciare ad una vita di illegalità. A
Rosarno è successa una rivoluzione culturale, ma non solo con le parole. Perché dopo il racconto servivano ancora più i fatti, serviva il lavoro. All’istituto che dirigo sono stati assegnati i beni espropriati alle famiglie mafiose che hanno permesso di costruire e attivare piccole cooperative sul territorio che generano lavoro e danno concretamente la possibilità ai giovani di credere nel
futuro e nella legalità".

I promotori del Premio Ambrosoli

Annalori Ambrosoli, Presidente del Premio, moglie di Giorgio, ha sottolineato l’obiettivo di promuovere testimoni che fanno e non commemorano; Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia, ha evidenziato l’importanza di iniziative che siano compiutamente non faziose e in cui tutte le forze politiche possano riconoscersi; Anna Lapini, componente di giunta per legalità e sicurezza di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha ricordato che la Costituzione sancisce la libertà di impresa, e che senza legalità essa viene meno.

Sul sito è possibile vedere la registrazione completa della serata www.premiogiorgioambrosoli.it