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Premi Focsiv. Sanda e Dil Bahadur, i volti del volontariato che cambia il mondo

Paolo Lambruschi giovedì 29 novembre 2018

Sanda Vantoni e Dil Bahadur Gurung, maggiore nepalese dell’esercito britannico e guardia del corpo della regina Elisabetta, presidente di una associazione che si occupa dell’educazione dei bambini e del supporto alle fasce più povere a Pohkara, città del Nepal. I due sono stati insigniti ieri del Premio del volontariato internazionale Focsiv

Un premio al volto migliore del Paese. Il reinserimento dei migranti in Maroccco curato per Cefa dall’italobelga Sanda Vantoni, 26 anni e un curriculum lungo, e l’educazione dei bambini di strada in Nepal portata avanti con Vispe Italia da Dil Bahadur Gurung, 78 anni, sono i vincitori del 25esimo Premio del volontariato internazionale Focsiv consegnati ieri nell’auditorium dei Lincei a Roma. A Marco Dalla Stella, 30 anni, e a Caritas italiana, attraverso Oliviero Forti, responsabile ufficio immigrazione, le due menzioni speciali. A Forti perché artefice con il suo staff dei rapporti con le istituzioni italiane ed estere che hanno consentito i corridoi umanitari da Etiopia e Turchia, e a Dalla Stella, originario di Bassano del Grappa, come volontario del primo contingente italiano dei Corpi Civili di Pace che per un anno a Quito, in Ecuador, si è impegnato nell’accoglienza e integrazione locale dei rifugiati e richiedenti asilo. Ilaria Tinelli, volontaria di Avaz onlus, è infine la vincitrice di Ibo Italia Instagram Contest 2018. Volontari internazionale in servizio civile come Silvia Romano, che la Focsiv si augura di rivedere presto libera, sana e salva. Ma le critiche e gli insulti sui social alla giovane hanno segnato un momento molto basso per la cultura italiana.

«Perché il volontariato è l’attività di chi semina, anche in luoghi lontani, aiutando a cambiare il senso della storia». Alla consegna dei premi, in un dibattito moderato da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, che insieme a Focsiv ha curato il volume “Il volontariato internazionale, una scelta di valore” con le storie dei 19 premiati dal 1994 ad oggi – è intervenuto così Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, il quale ha richiamato come sia fondamentale «in un mondo che si specchia ma non guarda alla dimensione internazionale, che ci siano persone che sanno vedere non quello che è, ma quello che sarà». Tarquinio ha ricordato come questo sia «il tempo delle parole senza vergogna» e come occorra con pazienza e tenacia recuperare valori che sembrano perduti come «competenza e solidarietà».

Altrimenti i rischi sono seri anche in politica internazionale, secondo l’ex premier e ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Nell’Italia del rancore il volontariato internazionale è invece «una delle facce migliori di cui andare orgogliosi». Gentiloni si è augurato che un Paese «generalmente amato e amico, non cambi strada. Avere tanti nemici non significa avere molto onore, ma tanti guai». Occorre, ha scandito, «rifiutare l’alibi a chiunque pensi che un’Italia più cattiva, più arrogante e più chiusa possa darci maggiore sicurezza». Secondo l’ex premier, infatti, «rischiamo di seminare odio e di ritrovarci nella condizione di Paesi vicini in cui le tensioni hanno avuto la loro radice in atteggiamenti di esclusione inaccettabili».

Occorre «valorizzare le esperienze di volontariato che rappresentano un’opportunità per tanti, e quelle iniziative positive che funzionano», gli ha fatto eco Gianfranco Cattai, presidente Focsiv, che ha lanciato un appello «al sistema Italia» perché sostenga e valorizzi il mondo del volontariato e al mondo della comunicazione perché «racconti le buone notizie, dica che questa realtà esiste e che può illuminare». Cattai intende proporre alla Federazione delle Ong cattoliche il lancio di una vera e propria «operazione volontariato» aperta a giovani e non.

Del resto, «raccontare le imprese del bene, le soluzioni, è un modo per rispondere alle sfide del nostro Paese», ha osservato Elisabetta Soglio, responsabile dell’inserto “Buone Notizie” del Corriere della Sera. Anche Roberto Natale, ex presidente della Fnsi e oggi responsabile di Rai sociale, ricorda come tutte le notizie vadano date, ma i media i che parlano solo di cronaca nera deformano la realtà e alimentano paure e odio se non tornano ad approfondire i problemi.