Attualità

Vittorio Veneto. «Preghiera, troverò l'intesa con gli alpini»

Francesco Dal Mas mercoledì 19 agosto 2015
Esiste la massima collaborazione tra gli alpini dell’Ana e la Chiesa, in particolare le parrocchie. Fin dai tempi della ricostruzione delle case terremotate del Friuli, nel 1976, con le penne nere a tirar su muri, e, per venire al Trevigiano, con l’edificazione della “Piccola Comunità” di Fontanelle per tossicodipendenti negli anni ’80. E sotto l’ipoteca di questa collaborazione consolidata che sarà trovata una soluzione anche per la recita della “Preghiera dell’alpino” e il canto “Il Signore delle Cime”, ancorché a margine delle celebrazioni religiose. Lo lascia intendere  il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, che rinnova la disponibilità al dialogo con l’Ana per trovare un accordo che eviti malintesi come quelli verificatisi al passo San Boldo, sulle montagne fra Treviso e Belluno, nella celebrazione della Messa dell’Assunta, con gli alpini che hanno lasciato anticipatamente la cappella per recitare la loro preghiera all’esterno, fra lo sconcerto dei fedeli presenti. L’episodio è stato ricostruito dallo stesso vescovo.  «Il sacerdote celebrante (un padre Servita da poco giunto in diocesi) si era limitato a chiedere – in una celebrazione dell’Assunta in cui gli alpini erano non più del 30-40% dei presenti – la sostituzione della parola “armi” con “animi” e della parola “contro” con “di fronte”. Questo non è stato accettato dai responsabili che hanno deciso di far leggere la preghiera all’esterno della chiesa. Mi è stato segnalato che - probabilmente per disattenzione - l’invito a lasciare la chiesa e la conseguente uscita degli alpini sono avvenuti prima della normale conclusione della Messa, con evidente disagio e disorientamento degli altri fedeli presenti. Ciò mi sembra molto spiacevole». Il vescovo Pizziolo precisa di non aver mai emanato nella sua diocesi nessuna indicazione sul fatto di leggere o no o come leggere la preghiera degli alpini.