Attualità

Toscana. Prato: un altro atto vandalico contro una chiesa

venerdì 17 gennaio 2014
È entrato in chiesa e ha spezzato un'acquasantiera in marmo e poi è fuggito. È accaduto stamani nella chiesa di San Francesco, nel centro storico di Prato. Il 25 novembre scorso, sempre nella città toscana, un vandalo distrusse due antichi crocifissi nella chiesa di San Pier Forelli e in quella di San Bartolomeo. L'autore è stato visto da un fedele che avrebbe poi fornito una descrizione dell'autore del danneggiamento. Secondo quanto emerso lo stesso vandalo avrebbe cercato di rompere un'altra acquasantiera della stessa chiesa, senza riuscirci.La diocesi ha già informato le parrocchie, invitandole a mantenere alta l'attenzione e la sorveglianza. A novembre, nell'immediatezza dei due danneggiamenti ai crocifissi, fu disposta la chiusura delle chiese del centro storico. "Ormai è chiaro che non si tratta di un gesto isolato, purtroppo sono fatti che si ripetono e questo ci amareggia profondamente". Così il vescovo di Prato Franco Agostinelli commenta il danneggiamento questa mattina di un'acquasantiera in marmo nella chiesa di San Francesco, mettendolo in relazione con quando accaduto il 25 novembre scorso in altre due chiese a Prato, dove un vandalo danneggiò due antichi crocifissi. "Speriamo che il responsabile venga trovato al più presto affinché episodi del genere non accadano più - ha aggiunto il vescovo -. Le chiese devono essere aperte, i fedeli hanno il diritto di poter entrare per la preghiera, la riflessione e il conforto. Non vorremmo essere messi in condizione di fare altre scelte". Al momento non risultano altre chiese danneggiate. Il vicario generale Nedo Mannucci sta seguendo la situazione e ha allertato i parroci del centro storico. L'acquasantiera danneggiata è un'opera realizzata nel 1904 da Giuseppe Dinelli, scalpellino di Pietrasanta. per fortuna, spiega la Diocesi, ha un'anima in ferro, che ha consentito "all'acquasantiera, staccata dalla base dal gesto del vandalo, di cadere 'dolcemente" sul pavimento e quindi di non rompersi in modo grave".​