Attualità

La mossa del ministro. Poletti lascia il congresso Uil, è scontro

mercoledì 19 novembre 2014
Il ​ministro del Lavoro Giuliano Poletti non interverrà più al XVI congresso della Uil e la platea accoglie la comunicazione con una bordata di fischi. La decisione del ministro, infatti, resa nota in un messaggio all'assemblea, è dovuta alla scelta del sindacato di proclamare con la Cgil uno sciopero generale contro la legge di stabilità e il Jobs Act. "Ho accolto con piacere il tuo invito a presenziare ai lavori del Congresso della Uil ed ho registrato le critiche e le proposte contenute nella tua relazione. In considerazione del mutato contesto nel quale si svolgono i lavori congressuali, rispetto al momento nel quale lo avevamo programmato, ritengo opportuno rinunciare ad intervenire", scrive Poletti al leader uscente Luigi Angeletti, nella nota che viene letta ad una platea rumorosa e fischiante. "Peraltro sono convinto che il governo saprà rispondere con la concretezza della sua azione alle numerose sollecitazioni del vostro Congresso", aggiunge ringraziando comunque i delegati per l'accoglienza cordiale riservatagli stamattina quando Poletti aveva ascoltato la relazione di Angeletti seduto in platea. Il suo intervento invece, era in programma per il primo pomeriggio. Il ministro in mattinata aveva criticato la scelta dello sciopero generale sottolineando che "rispetto alle motivazioni portate sulla legge di stabilità e sul Jobs Act, non ci sono le motivazioni per una decisione così importante come lo sciopero generale". "Per fortuna era presente alla relazione di Angeletti e ha sentito quello che avevamo da dire. Lui evidentemente non aveva invece nulla da dire". Così il leader Uil, Carmelo Barbagallo commenta il forfait del ministro. la decisione di Poletti di disertare il congresso Uil è per Barbagallo "la riprova che avevamo visto giusto: che era inutile continuare a far finta di parlare con il governo", aggiunge, rivendicando la scelta tutta sindacale dello sciopero generale. "Si proclamano gli scioperi che però possono essere revocati se arrivano dal governo le risposte giuste", spiega. Ma in questo momento, aggiunge, "non vediamo nulla, siamo al buio come le fiducie cieche che Renzi chiede al parlamento sulle leggi delega", attacca ancora. E sempre rispondendo ai rilevi che in mattinata Poletti aveva rivolto alla decisione di proclamare uno sciopero generale conclude: "parlano di una nostra scelta sbagliata? Loro di sbagli ne hanno fatti un sacco".