Attualità

Ricerca. Più donazioni ma concentrate per gli ospedali, il non profit soffre

Francesco Riccardi venerdì 17 aprile 2020

Volontari della Caritas di Roma

Nel contrasto al Covid-19 non sono mancati né l'impegno del Terzo settore né la generosità degli italiani. Anzi, gli enti di volontariato si sono reinventati per venire incontro alle nuove esigenze e il numero di donatori è aumentato considerevolmente. Le donazioni, però, com'era prevedibile si sono concentrate sul comparto sanitario, penalizzando la raccolta fondi di associazioni attive in altri settori. Tanto da mettere a rischio i servizi assicurati oggi e la loro attività futura. Sono questi i motivi di soddisfazione e, insieme, il grido d'allarme che emergono dal monitoraggio #ildonononsiferma presentato dall'Istituto italiano della donazione, presieduto da Stefano Tabò, relativo alle donazioni nel primo trimestre 2020 su 130 organizzazioni non profit e alla parallela indagine della Doxa svolta su un campione di 1.000 cittadini.

Proprio dal sondaggio Doxa emerge che il 24% della popolazione dichiara di aver effettuato una donazione in ambito sanitario e ospedaliero, pari a circa 10-12 milioni di italiani, una quota superiore agli 8,3 milioni di cittadini che lo scorso anno hanno destinato propri fondi a sanità e ricerca. Inoltre, un altro 35% si è detto pronto a fare una donazione nelle prossime settimane: complessivamente si tratta di un incremento del 30%.

La risposta degli italiani all'emergenza si è dunque concentrata sugli aiuti agli ospedali e sul sostegno alla Protezione civile. Così l'87% delle organizzazioni non profit (Onp) dichiara di aver raccolto meno fondi dello scorso anno, il 32% fino al 50% in meno e il 38% oltre il 50% in meno, fra cui l'11% dichiara addirittura di aver visto azzerata la propria raccolta fondi. A soffrire sono stati un po' tutti i settori d'intervento delle Onp con gli estremi della cooperazione internazionale penalizzata interamente e, dall'altra parte, invece, le Fondazioni di comunità, che nell'83% dei casi hanno visto aumentare la loro raccolta fondi e solo nel 16% diminuire. In mezzo il comparto Salute-sanità-ricerca (10% aumento, 89% diminuzione) e Assistenza-emarginazione-cultura (8% aumento, 91% calo).

Ciò nonostante, le organizzazioni hanno cercato di tenere alto il livello dei servizi ai propri beneficiari. Solo il 7% ha dovuto interrompere del tutto i servizi e il 10% ridurli, mentre l'83% li ha mantenuti o modificati o ne ha introdotti di nuovi in altre forme. “Per stare vicini alle persone con la Sclerosi laterale amiotrofica abbiamo ri-organizzato l’attività dell’associazione - spiega ad esempio Massimo Mauro, presidente di Aisla -. Con servizi gratuiti per l’assistenza a distanza come le videochiamate con volontari, medici e psicologi e le consulenze con gli esperti del Centro d’ascolto che, nelle ultime settimane, ha ricevuto oltre 1.400 contatti. Con la campagna #ditantimavicini pensata per sostenere i Centri Clinici NeMO, punti di riferimento per l’assistenza delle persone con malattie neuromuscolari, in meno di un mese abbiamo raccolto oltre 140.000 euro di donazioni”.


Significativa anche l'esperienza della Fondazione di comunità Milano, che fa parte del sistema Cariplo. Il forte legame con il territorio e la garanzia di trasparenza e affidabilità le ha permesso di raccogliere 1,4 milioni di euro da 900 donatori, di cui il 10% aziende con la campagna #MilanoAiuta. “Soldi subito messi in circolo con un bando rivolto alle organizzazioni non profit per potenziare i servizi di prossimità e assistenza domiciliare rivolti ai soggetti più fragili: anziani soli, disabili, bambini e famiglie in situazione di disagio”, ha detto il direttore della Fondazione Filippo Petrolati.

Claudia Fiaschi - Forum Terzo settore

Ma, al di là delle Onp che hanno saputo reinventare e reindirizzare la propria azione anche rispetto all'emergenza coronavirus, la gran parte degli enti non profit è in profonda sofferenza e la portavoce del Forum del Terzo settore, Claudia Fiaschi, si è detta molto preoccupata perché questa crisi “aggredisce due aspetti fondamentali per le organizzazioni: la vicinanza sociale e la raccolta fondi. Si rischia che alla fine le organizzazioni arrivino con i serbatoi completamente vuoti senza più flussi di ricavi, e così non più in grado di svolgere la loro azione solidale”. Per questo è tornata a ribadire l'esigenza che il governo dia risposte certe non solo alle imprese sociali, com'è avvenuto con l'inserimento dei lavoratori nelle tutele della cassa in deroga, ma a tutte le tipologie di enti non profit perché ne sia salvaguardata l'esistenza e la possibilità di operare. “Per questo occorrono misure ad hoc da parte delle istituzioni - ha concluso Claudia Fiaschi - anche riguardo a temi come il sostegno al credito e la liquidità per l'intero Terzo settore”. In quest'ambito, nei giorni scorsi c'è stata anche un'interlocuzione fra alcune delle maggiori associazioni con il sottosegretario del Ministero del Lavoro, Stanislao Di Piazza. I rappresentanti del non profit, in particolare hanno avanzato 5 richieste relative a misure di sostegno finanziario; sblocco dei fondi del 5xmille; un assegno temporaneo per i volontari; il potenziamento del Servizio civile universale e quello del Fondo di non autosufficienza. Un elenco sul quale il sottosegretario Di Piazza ha assicurato il suo “personale impegno pressante”, annunciando la convocazione a breve, da parte del Presidente del Consiglio, della cabina di regia dedicata al Terzo settore “presenza fondamentale nel nostro Paese”.