Attualità

DOPO LA FIDUCIA. Pdl in cerca di rinforzi E di contatti con l'Udc

Giovanni Grasso venerdì 17 dicembre 2010
In Parlamento «l’opposizione responsabile», evocata da Pier Ferdinando Casini durante la cerimonia di nascita del nuovo polo, va avanti e sta dando i suoi frutti (ieri l’esame del decreto rifiuti è filato speditamente grazie a un continuo gioco di sponda e di reciproche cortesie tra il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo e il nuovo intergruppo Udc-Fli -Api-Mpa); di converso, nessun nuovo passo sembra essere stato fatto invece nei rapporti con il Pdl e Berlusconi. Il Pdl, a stare alla dichiarazioni ufficiali, va avanti per la sua strada, riservando commenti irridenti alla neonata aggregazione e cercando di sfilarle altri deputati. Il nuovo polo risponde serrando le file, anche se al suo interno comincia a evidenziarsi qualche crepa, specie sulle questioni di fondo. Con Luca Barbareschi (Fli) che si dice preoccupato, lui che ha una sensibilità molto laica, di dover digerire su temi come quello del fine vita le posizioni di Casini o Rutelli.Ma in realtà , tra scossoni e frenate, il dialogo tra il centrodestra e l’Udc  prosegue. Come evidenziato da qualche frase che i cronisti hanno intercettato del colloquio tra il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa e il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Con il primo che rimprovera il secondo in questo modo: «Non alzate sempre l’asticella. Oggi alla Camera vi abbiamo già votato tutta quella roba nel decreto rifiuti...». E se il ministro ex An Ignazio La Russa conferma che l’obbiettivo di Berlusconi rimane quello di andare a caccia di deputati delusi, il collega degli Esteri Franco Frattini legge la situazione in un modo assai differente. Facendo chiaramente le lodi e il tifo per il leader dell’Udc. «Per il terzo polo non vedo altri leader oltre Casini», ha detto il ministro,  aggiungendo che questa nuova aggregazione «ha due opzioni davanti:  può offrirsi come contenimento degli estremismi antiberlusconiani, e anzi rivolgersi in modo dialogante alla maggioranza, oppure può scegliere di essere la coalizione di coloro che volevano mandare a casa Berlusconi e non ci sono riusciti. Spero che prevalga la prima ipotesi». Per Frattini i primi segnali sono incoraggianti: «Casini ha deciso in queste ore di accettare un dialogo costruttivo con noi a partire dai decreti in discussione. È stato un segnale che abbiamo apprezzato». Ma, tiene a chiarire Paola Binetti, dell’Udc è «difficile pensare, ora, che possiamo passare dall’opposizione a un appoggio esterno al governo o addirittura partecipare al governo stesso». Piuttosto può esserci «la piena disponibilità a sostenere tutte le singole scelte del governo che nascono da valori condivisi e da strategie concordate». Ma non per tutto questo, si vocifera a Montecitorio, si è fermata la caccia al deluso. Ogni deputato del Pdl avrebbe ricevuto per Natale il compito di fare la corte a un firmatario della mozione di sfiducia per indurlo a passare (o tornare) con il Cavaliere. Si parla anche di un nuovo gruppo cuscinetto, guidato da Moffa, per attrarre deputati di area cattolica. E Gianfranco Fini, per il quale la mozione di sfiducia «è stata un’occasione perduta» ma «non si può continuare con una maggioranza risicata», commenta: «Da Fli qualcuno può uscire. Berlusconi è un grande seduttore, la carne è debole».