Attualità

MAGGIORANZA ALLA PROVA. Il Pdl all'attacco di Fini: la crisi sarebbe colpa sua

Roberta D’Angelo martedì 2 novembre 2010
Resiste a oltranza Silvio Berlusconi. Circondato da un esercito forse un po’ assottigliato, ma di provata fede, il premier mette in campo tutte le sue forze, deciso a non mollare, forte del sostegno incondizionato di Bossi, che avrebbe visto anche ieri sera per blindare la linea, (specie di fronte alle possibili scelte del Quirinale). «Umberto è alleato solido e leale», secondo Berlusconi, che tenta però di attrarre anche l’Udc: «Avremmo gradito e gradiremmo un appoggio alla nostra maggioranza e al governo».«Una mia defezione procurerebbe danni seri al centrodestra e a tutto il Paese», ripete il premier. Ma la dura presa di posizione di Gianfranco Fini dopo le rivelazioni sulla vicenda Ruby, fa schizzare le quotazioni di una crisi di governo, così come l’ipotesi ventilata e in parte smentita del sottosegretario finiano Buonfiglio di «un appoggio esterno al governo». E allora i capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, con il vice Gaetano Quagliariello cercano di stanare il leader di Fli, per farla finita con lo stillicidio degli ultimi giorni, e soprattutto per frenarne la spinta centrifuga.Così in una nota congiunta, i "colonnelli" del premier sentenziano: «Al punto in cui siamo arrivati», Fini «dovrà fare le sue valutazioni. O confermare l’appoggio al governo o prendersi la responsabilità di una crisi». Ovviamente, «ci auguriamo che ciò che è stato attribuito a Fini, sull’eventualità che Berlusconi faccia un passo indietro e dunque si dimetta da premier e provochi una crisi di governo, si limiti ad essere una battuta polemica destinata ad esaurirsi nel circo mediatico».Anche perché – Berlusconi lo conferma nell’ultimo libro di Bruno Vespa – il premier non ha intenzione di lasciare il campo e tra i suoi alleati, i leghisti non hanno alcuna intenzione di mollarlo. Il ministro Roberto Calderoli parla addirittura di un «golpe» nel caso ipotizzato in questi giorni di un «governo tecnico» al quale la Lega non pensa nemmeno. «Ma se c’è colpo di Stato la rivolta del popolo è legittima», avverte. Nonostante le dure parole di Fini, comunque, da Fli arriva rapida la rassicurazione. «Futuro e Libertà ha sempre detto con chiarezza che non intende staccare la spina al governo ma, anzi, di volerlo sostenere per l’intera legislatura al fine di attuare il programma che ci impegna con gli elettori» è la risposta dei capigruppo Italo Bocchino e Pasquale Viespoli. Di certo Fini ha preso ancora di più le distanze dal premier. Dalla Germania, domenica si era detto «imbarazzato» per quanto veniva riportato anche dalle cronache straniere. «L’Italia merita un biglietto da visita migliore, e questa ennesima polemica rappresenta una brutta pagina per il nostro Paese». Il leader di Fli ha specificato di augurarsi «che tutto questo non sia vero» anche perché altrimenti, «sarebbe l’ora del passo indietro».