Attualità

Il direttore. I 55 anni di “Avvenire” e la strada da fare ancora insieme

Marco Girardo sabato 2 dicembre 2023

Cinquantacinque anni, dunque. L’occasione per ricordare da dove siamo partiti, certo, ma soprattutto per condividere il pezzo di strada che saremmo felici e onorati di percorrere ancora insieme a voi, una comunità di lettori che in questi anni si è fatta grande e composita, e che oggi sempre più incontriamo anche nelle piazze digitali. Un colpo d’occhio su oltre mezzo secolo di scelte giornalistiche – ne trovate alcune, per immagini proprio in queste pagine – permette anzitutto di ponderare il tempo lungo, schiacciati come siamo per mandato professionale su ritmi del quotidiano e per contingenze d’epoca sul breve, brevissimo periodo.

E di cogliere subito una sostanziale differenza rispetto a quel 4 dicembre 1968, era un mercoledì, in cui uscì fresco di stampa il primo numero di "Avvenire": ci ritroviamo oggi tutti immersi dentro un flusso informativo scandito da minuti e secondi, uno tsunami di immagini, voci e segni con il quale ci dobbiamo misurare e dal quale, talvolta, persino difendere per non esserne travolti. A osservarlo in prospettiva, poi, ci si accorge di come “Avvenire” sia diventato negli ultimi anni soprattutto un “giornale di idee”. Conservando l’ispirazione delle origini, e cioè uno sguardo cattolico ovvero universale nel racconto, nell’analisi e nel commento dei fatti e dei processi in corso. Dentro e oltre la cronaca, verso temi che non sempre s’impongono nell’agenda dei media e campagne anche scomode, preferendo stare a fianco dei poco o per nulla difesi. Lo abbiamo fatto continuiamo a farlo - grazie presidente Mattarella per l’incoraggiamento - con onestà e passione.

In postura dialogante e pure sferzante, quando serve, per contribuire a rendere il discorso pubblico e il dibattito politico più civili. La sfida che abbiamo davanti è rinnovare il patto di fedeltà che ci lega a voi, ai lettori attuali e a quelli futuri, su tutte le piattaforme comunicative. Con il sostegno del nostro Editore, la Chiesa italiana, ci stiamo riorganizzando per questo.