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Gallo (M5S). Paritarie, stop fondi tranne nidi e materne Atenei, meno tasse

Luca Mazza domenica 21 gennaio 2018

Luigi Gallo

Una revisione della legge 62 del 2000 sulla parità scolastica con l’interruzione dei finanziamenti alle scuole paritarie (ad eccezione di asili nido e materne); una diversificazione delle esperienze esterne alla scuola; un aumento della 'no tax area' per gli universitari; una cancellazione della 'Buona scuola' in cui non c’è quasi nulla da salvare. Sono i quattro punti principali del programma M5S e analizzati da Luigi Gallo, deputato pentastellato a caccia di una seconda elezione in Parlamento dopo 5 anni trascorsi a Montecitorio in cui ha seguito con attenzione i temi legati al mondo dell’istruzione.

Al di là di un’operazione economica che non è certo vantaggiosa per lo Stato, con lo stop ai finanziamenti alle paritarie si scriverebbe la parola fine per un modello formativo storico, prezioso, di successo e di fatto si imporrebbe un’unica scelta. Non crede?
In questo momento, e di fronte alla carenza di risorse, per noi la priorità deve essere data alla scuola statale nei finanziamenti pubblici. A nostro avviso, dunque, i contributi statali alle paritarie devono assolutamente proseguire per la fascia da zero a sei anni, dove queste scuole svolgono un servizio essenziale e necessario sul territorio, ma non successivamente.

Siete favorevoli all’alternanza scuola-lavoro?
Si tratta di un’esperienza formativa da incoraggiare, ma da rivedere. Ne contestiamo l’obbligatorietà prevista dalla 'Buona scuola'. Nel nostro programma prevediamo 300 milioni di euro strutturali da destinare all’innovazione didattica, ma con flessibilità nell’utilizzo. Perché è sbagliato costringere a 400 ore di attività indipendentemente dal territorio, dalla situazione e dall’azienda. Vanno rilanciate le esperienze esterne non limitate alle aziende, per una didattica che preveda progetti da svolgere anche fuori dalle aule.

Quali sono invece le vostre proposte per l’università?
Bisogna innanzitutto portare ad almeno 23mila euro il tetto Isee per la 'no tax area' universitaria. In questo modo si garantirebbe accesso agli studi a chi ancora oggi è frenato da motivazioni economiche e, allo stesso tempo, aumenterebbe il numero di iscritti e di laureati. Inoltre le risorse a università e ricerca vanno portate almeno a livello della media europea. Infine, è necessario un riequilibrio nella distribuzione dei fondi che oggi penalizzano gli atenei del Centro e del Sud rispetto a quelli del Settentrione.

La riforma della 'Buona scuola': ritenete che debba essere cancellata completamente oppure c’è qualcosa da salvare?
Le norme principali vanno cambiate tutte. A partire dal modello verticistico di gestione del dirigente scolastico nei confronti dei docenti, che va sostituito con un sistema collegiale. L’unica cosa positiva è stata la formazione obbligatoria per i docenti, che a nostro avviso però andrebbe retribuita.