Attualità

Scuola. Paritarie, spunta la detrazione delle rette

Paolo Ferrario martedì 24 febbraio 2015
Nella settimana che porterà, venerdì, all’emanazione del decreto del governo sulla Buona scuola, qualcosa si muove anche per le paritarie, finora sostanzialmente dimenticate dalla riforma. Allo studio del ministero dell’Istruzione c’è la possibilità di inserire nel testo la detrazione fiscale delle rette che pagano i genitori. Al dossier sta lavorando da tempo il sottosegretario Gabriele Toccafondi, che ha già ottenuto il via libera, anzi, il convinto appoggio dello stesso ministro Stefania Giannini. Questi giorni saranno utilizzati per affinare la proposta che poi sarà sottoposta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, cui spetterà l’ultima parola. Una decisione cui guardano con attenzione (e speranza) le famiglie del milione e 200mila studenti che frequentano le scuole paritarie, dalla materna alle superiori. «L’obiettivo della nostra proposta – osserva Toccafondi – è trovare una forma di riconoscimento fiscale che valorizzi la libertà di scelta educativa delle famiglie e la funzione pubblica del servizio fornito dalle scuole paritarie». Un aspetto quest’ultimo, più volte ribadito anche dal ministro Giannini, in interventi ufficiali in Parlamento (l’ultima volta, la settimana scorsa alla Camera) e sancito, quindici anni fa, dalla legge 62 del 2000 sulla parità scolastica, secondo cui l’unico sistema d’istruzione è composto dalle scuole statali e dalle paritarie. cui si sta per varare una riforma complessiva della scuola, non si può ignorare una delle due gambe del sistema», ricorda Toccafondi. Che aggiunge: «Occorre rottamare un aspetto culturale e ideologico che continua a non capire che la scuola è tutta pubblica. Basta parlare di scuole private o paritarie in maniera ideologica».  Sulla copertura finanziaria di una misura che contenga la detrazione fiscale delle rette, il confronto è ancora aperto. Allo studio c’è l’ipotesi di costituire un fondo dove far confluire le risorse che saranno recuperate e, sulla base di queste, stabilire la percentuale di detrazione possibile. L’effettiva realizzazione di questo progetto costituirà anche una prima, concreta risposta, alla dura presa di posizione della Fidae, la Federazione che rappresenta alcuni gestori di scuole paritarie e che ieri, con il presidente don Francesco Macrì ha ribadito, in un’intervista a Radio Vaticana, come la Buona scuola abbia «ignorato le paritarie». Posizione ripresa dal vescovo di Piacenza, Gianni Ambrosio, presidente della Commissione Cei per la scuola, che ha chiesto al governo un’attenzione, «non solo teorica, ma concreta», per le paritarie. Già nei giorni scorsi, commentando le 24 priorità politiche del Miur per il 2015, la presidenza nazionale della Fidae aveva denunciato «l’ingiustificato e inaccettabile silenzio» sulle scuole paritarie, che versano in una «condizione di gravissima sofferenza», a causa del «mancato finanziamento pubblico». «Lo consideriamo un errore a livello di principio e in punto di fatto – si legge in un documento – in quanto esse svolgono un importante servizio di promozione educativa e culturale, tanto più decisivo oggi a fronte di una gravissima disoccupazione giovanile, una pericolosa devianza di massa, una competizione globale che richiede standard professionali sempre più alti per tutti e per l’intero arco della vita e più scuole diffuse capillarmente su tutto il territorio, incluse le aree più periferiche e marginali».