Attualità

I VALORI IN GIOCO. «Paritarie da valorizzare con piena libertà di scelta»

Francesco Dal Mas sabato 27 novembre 2010
Le paritarie sono scuole pubbliche, «della comunità» e come tali vanno salvaguardate, anzi ulteriormente valorizzate. Di qui la necessità che lo Stato non solo garantisca i fondi, rispettando i tempi, ma «passi dal contributo al finanziamento». Lo hanno detto chiaro e tondo, a nome dei vescovi del Nordest, monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, e don Edmondo Lanciarotta, coordinatore della Commissione scuola, educazione ed università della Conferenza episcopale interregionale, presentando la giornata di sensibilizzazione che si svolgerà domani in tutte le parrocchie del Triveneto.Una giornata di sensibilizzazione, con le scuole paritarie aperte, che attraverso incontri, dibattiti ed altre iniziative sottolineerà il ruolo educativo, pedagogico e pastorale di queste realtà. Non solo per la comunità cattolica, ma anche per la società civile. Verrà diffuso per la circostanza anche un dossier di ben 70 pagine, con dentro tutti i dati da conoscere. Sono 125mila gli allievi delle paritarie in Veneto, da quelle per l’infanzia (100mila bambini, il 75% dell’intera popolazione scolastica del settore), alle medie e alle superiori. A causa dei ritardi dei contributi governativi e del conseguente indebitamento delle associazioni e in molti casi delle parrocchie, in 5 anni la "pressione" sulla famiglia è aumentata dell’8,13%. Il costo di un bambino alla scuola dell’infanzia paritaria ammonta a circa 300 euro al mese; dallo Stato arrivano 35 euro, dalla Regione 15, dal Comune in media 40. Resta una differenza di 210. Solo in Veneto lo Stato risparmia con le materne 5.532 euro a bambino per un totale di 514 milioni. E il sistema veneto di Formazione professionale ha costi mediamente di 5.200 euro ad allievo contro i 9.400 della scuola statale.«La Chiesa ritiene che l’educazione corrisponda alla sua missione e desidera continuare ad offrire un servizio di qualità – sottolinea il vescovo Tessarollo –. È un’offerta che fa parte dell’unico servizio scolastico pubblico. Quindi le nostre non sono scuole private, ma pubbliche. Non chiediamo privilegi, non sollecitiamo qualcosa di più o di diverso dalle altre scuole, ma adeguati finanziamenti, anzitutto per poter pagare gli insegnanti». «Oggi invece – puntualizza don Lanciarotta – assistiamo a tagli indiscriminati». I Consigli regionali del Veneto delle aggregazioni Fism, Fidae, Confap, Agesc, Cdo, Agidae, Cism, Usmi si sono riuniti nei giorni scorsi a Mestre per analizzare e discutere l’attuale «delicata e drammatica situazione economico-finanziaria».Hanno chiesto, a gran voce, che «venga garantita concretamente la piena libertà di scelta di tutti i cittadini affinché la parità scolastica diventi anche parità economica, finanziando completamente i percorsi scolastici di ogni ordine e grado», che siano «individuati i percorsi legislativi che realmente portano a salvaguardare il valore dell’autonomia scolastica nel rispetto delle indicazioni nazionali». E soprattutto che si passi dall’attuale logica dei contributi a quella del finanziamento stabile ed organico, sulla base del numero degli alunni frequentanti.