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IL CASO. Parentopoli, Atac al setaccio Sospetti anche su Acea

sabato 11 dicembre 2010
Entra nel vivo l'inchiesta sulle assunzioni all'Atac, l'azienda municipalizzata del trasporto pubblico a Roma. Da lunedì spetterà ai carabinieri del Reparto operativo di Roma, alla guida di Salvatore Cagnazzo, acquisire tutti i documenti relativi alle assunzioni sospette avvenute negli ultimi due anni.I militari da lunedì si concentreranno sui contratti di assunzione e sui documenti relativi all'iter seguito per mettere alle dipendenze Atac circa 850 persone, molte assunte per chiamata diretta. I documenti verranno poi trasmessi alla Procura di Roma dove l'inchiesta su parentopoli è affidata al pool di magistrati, coordinato dal procuratore aggiunto Alberto Caperna, specializzato in reati contro la pubblica amministrazione.Proprio a questo proposito sempre la prossima settimana è previsto un incontro tra i carabinieri del Nucleo operativo di Roma con i magistrati.Il neo amministratore delegato dell'Atac, Maurizio Basile, sta dando una stretta all'indagine interna promettendo che i "primi risultati arriveranno già il 20 dicembre". Ma un primo bilancio già c'è ed è sui numeri dei casi da analizzare. Ieri il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha parlato di 85 casi sospetti ma Basile sottolinea di "non conoscere questi numeri: delle circa 850 assunzioni incriminate la metà riguarda macchinisti e operai, l'altra metà è stata fatta per chiamata diretta, dunque i nostri accertamenti si concentrano su queste 400 situazioni".E dalle prime verifiche sarebbe emerso che molte di queste 400 assunzioni sarebbero state fatte prima della fusione tra Atac, Metro e Trambus avvenuta il 31 dicembre 2009, in particolare una parte di assunzioni facili riguarderebbe dunque l'ex Trambus e soprattutto l'ex Metro. Parallelamente a questi accertamenti una società di consulenza esterna, la Spenser Stuart, sta monitorando il top management Atac per verificarne efficacia e adeguatezza. Ma il terremoto parentopoli rischia di estendersi all'altra municipalizzata per ora fuori dalla bufera, ovvero l'Acea, l'azienda energia e ambiente fiore all'occhiello della holding capitolina e quotata in borsa. "600 assunti in due anni per chiamata diretta - spiega il segretario del Pd di Roma Marco Miccoli - azioni che da 17 euro passano a 8,50 euro, un debito di 52 milioni e 1200 esuberi. Uno scandalo". L'azienda che a Roma si occupa di energia però ribatte seccamente: "Nel periodo aprile 2009-dicembre 2010 la società ha provveduto a 'stabilizzare' 239 contratti precedentemente stipulati e ad assumere 113 persone (29 in Acea, 31 nel Call center e i restanti nelle altre società del gruppo anche fuori Roma) a fronte di un turn over di 388 persone uscite nello stesso periodo. Numeri assolutamente lontani dalle 600 assunzioni". E Alemanno denuncia "la montatura politica": "sono stanco di questo fango, fatela finita".   Intanto la commissione voluta dallo stesso Alemanno per varare regole e trasparenza nelle assunzioni nelle municipalizzate promette: solo concorsi pubblici e no aperti ai parenti dei manager.