Attualità

La circolare. Covid e influenza, tutte le preoccupazioni del ministero della Salute

Vito Salinaro venerdì 30 dicembre 2022

Passeggeri in arrivo dalla Cina controllati all'aeroporto di Malpensa

L’evoluzione della pandemia, alla luce dell’impennata dei casi in Cina, è «imprevedibile», l’Italia deve quindi «prepararsi ad affrontare un inverno» in cui si «potrebbe osservare un aumentato impatto» sulle strutture sanitarie, attribuibile «a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di Sars-CoV-2».

È quanto afferma il ministero della Salute in una circolare, nella quale si raccomanda l’intensificazione della sorveglianza e del sequenziamento genomico, per «identificare eventuali nuove varianti» del virus, e la protezione delle persone più fragili, così da «evitare la congestione delle strutture sanitarie» a causa del Covid-19 e dell’influenza.

E anche se adesso non ci sono segnali preoccupanti, il ministero individua le azioni da mettere in pratica in caso di repentino peggioramento del quadro epidemiologico: uso delle mascherine al chiuso, lavoro domiciliare e riduzione delle aggregazioni di massa, ventilazione degli ambienti chiusi, intensificazione delle quarte dosi di vaccino anti-Covid e di un'ulteriore dose a base di m-Rna nella formulazione bivalente per alcune categorie a rischio («ma convincendo le persone, senza obblighi», chiarisce Schillaci): over 80, ospiti di Rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità. Il ministero invita la Regioni a «verificare» e a «rafforzare lo stato di preparazione», pianificando posti letto dedicati, facendo scorte di dispositivi medici, farmaci, vaccini, assicurando la disponibilità di personale sanitario ma anche la gestione domiciliare dei pazienti.

Si tratta di misure di prevenzione, precisa il titolare del dicastero della Salute, Orazio Schillaci, che torna a confermare l’assenza di nuove varianti nei test degli scali italiani. In quanto alla mascherina, dice, «in questo momento siamo in una situazione di assoluta tranquillità», e ora come ora può essere suggerita «se si passa il Capodanno in molti e sono presenti persone fragili quali gli anziani. Questo potrebbe essere utile per loro soprattutto, perché vanno protetti».

Intanto, la commissaria alla Salute dell’Ue, Stella Kyriakides, scrive ai 27 Paesi membri: occorre «rimanere molto vigili poiché i dati epidemiologici o i test affidabili per la Cina sono piuttosto scarsi, la copertura vaccinale generale in Cina è bassa e non esiste equivalenza tra i certificati di vaccinazione o di guarigione cinesi e il certificato digitale Covid-19 dell'Ue».

La commissaria chiede di «aumentare la sorveglianza genomica» e di analizzare le acque reflue, «incluse le acque di scarico degli aeroporti principali». E auspica un’azione coordinata, basata su «informazione, trasparenza e approccio scientifico». La Commissione, aggiunge, sta predisponendo una campagna di informazione per i viaggiatori europei diretti in Cina e per quelli che dalla Cina sono diretti nell'Ue.

E mentre Francia, Spagna, Gran Bretagna e Israele introducono controlli per i cittadini in arrivo dalla Cina, Pechino reagisce con durezza. Il Global Times, tabloid del Partito comunista, tuona: «Un piccolo numero di Paesi e regioni, come Usa e Giappone, vede la riapertura della Cina come un’altra possibilità per diffamarci». Stanno adottando, è l'accusa, uno «sporco trucco politico per sabotare i tre anni di sforzi cinesi nella lotta al Covid e per attaccare il sistema».

Quanto all'Italia, «sta imponendo test obbligatori per i viaggiatori, eppure il suo governo ha detto che non è stata trovata alcuna nuova mutazione nei recenti arrivi». Immediata la risposta di Schillaci, per il quale quella che prevede i tamponi «non è una norma discriminatoria verso nessuno. Proprio perché dalla Cina non abbiamo avuto informazioni scientifiche completamente attendibili, in questa fase abbiamo raccomandato una massima prudenza. L'Ordinanza sui tamponi terminerà il 31 gennaio prossimo, quindi è una misura si precauzione».

A proposito di Cina: la società di ricerca britannica “Airfinity” stima che nel Paese più popoloso del mondo stiano morendo di Covid 9.000 persone al giorno e il picco dei contagi potrebbe essere raggiunto il 13 gennaio, con 3,7 milioni di nuovi positivi. Il massimo dei decessi, invece, è previsto intorno al 23 gennaio: secondo l’analisi moriranno 25.000 persone al giorno.