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«Ovuli espiantati con la forza» Arrestato il ginecologo Antinori

VIVIANA DALOISO sabato 14 maggio 2016
Una cura ormonale fatta passare per il trattamento di una cisti ovarica. Una ragazza di 24 anni, spagnola, immobilizzata, anestetizzata e costretta a subire un’asportazione forzata di ovuli da destinare alla fecondazione eterologa offerta ad altre coppie. Ha ancora molti lati oscuri la terribile vicenda denunciata a Milano, nella clinica Matris del ginecologo Severino Antinori, che ieri è stato arrestato all’aeroporto di Roma con l’accusa di rapina aggravata e lesioni personali aggravate. E sarebbe, stando agli inquirenti, solo la punta dell’iceberg: dietro la vicenda emerge l’ipotesi di una rete di decine di ragazze che sarebbero state arruolate, pagate, sfruttate. Che forse potrebbero anche aver subito la stessa sorte. I fatti denunciati risalgono ai primi di aprile. Nella piccola struttura di via dei Gracchi, zona ovest del capoluogo lombardo, la giovane donna lavora da qualche tempo in prova, come infermiera. È da lì che chiama i carabinieri: «Aiuto», ripete confusa e spaventata. All’inizio è difficile capire quello che sta succedendo, anche per via dello spagnolo parlato dalla ragazza: gli agenti trovano «ostilità in clinica», alla fine accompagnano la ragazza in un albergo lì vicino, dove risiede. Ce n’è abbastanza per far partire un’indagine. Ma a distanza di poche ore dallo stesso albergo parte un’altra chiamata, stavolta al 118. La donna si sente male e viene ricoverata alla clinica Mangiagal-li, dove ai medici e agli operatori del Soccorso Violenza Sessuale racconta una storia che ha dell’incredibile: sarebbe stata costretta all’intervento, l’avrebbero legata dopo averle perfino sottratto il cellulare. Gli esami confermano tutto: sui polsi i segni delle ecchimosi, e chiarissimi anche quelli del prelievo ovocitario. La giovane è sotto choc, angosciata dall’ipotesi che i suoi ovuli possano essere utilizzati per la fecondazione assistita a favore di terzi. Cioè l’eterologa. Nei giorni successivi le perquisizioni nella clinica di Antinori confermano l’intento del ginecologo: vengono sequestrati ben 6 embrioni fecondati con gli ovociti della giovane straniera, destinati a essere impiantati nel giro di poche ore a pazienti della Matris. I Nas su Antinori però indagano dal 2014. E di storie da verificare ce ne sono molte altre: secondo fonti investigative proprio la Matris potrebbe essere stata il crocevia di un mercato di ovociti, con ragazze pagate 1.000 euro a “donazione”, 1.500 nel caso avessero portato un’amica. In alcuni casi anche truffate, dopo gli interventi. In altri – ma anche questo dovrà essere accertato – minorenni. Avrebbero tutte sporto denuncia, raccontando di anomalie e pressioni inaudite. Sarebbero tutte in condizioni di forte disagio e povertà. Sul caso della giovane spagnola ora indaga la Procura di Milano. Antinori è agli arresti domiciliari: per lui, oltre alle accuse, anche l’interdizione dall’esercizio della professione medica del ginecologo per la durata di un anno. Il suo staff lo difende: «È un’accusa assurda, l’ipotesi di qualcosa che è tecnicamente impossibile». Il riferimento è al fatto che per il prelievo di ovociti è necessario che una paziente sia sottoposta a un ciclo ormonale di almeno due settimane. Un aspetto ancora da chiarire, come quello che tra le cartelle sanitarie sequestrate dai Nas risultino esserci anche i mo- duli del consenso informato, debitamente firmati dalla donna spagnola. Spetta ora agli inquirenti stabilire se quelle firme siano autentiche. Mentre i legali della giovane protestano: «In Italia non ci sono precedenti simili e non esiste una fattispecie di reato ad hoc che contempli la sottrazione e il traffico di parti del corpo o di organi, come in molti altri Paesi Ue». Il caso infiamma anche la politica: «L’arresto di Antinori è un fatto gravissimo, perché è il segnale dell’esistenza di un mercato degli ovuli che non si ferma di fronte a nulla» denuncia Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissioni Affari sociali della Camera. Durissima anche Eugenia Roccella (Idea): «Rapina di uova, ma non siamo in un pollaio. Non c’è da scherzare. Finora le cronache parlavano di Paesi lontani, adesso si tratterebbe di un notissimo italiano e di un fatto avvenuto nel nostro Paese». © RIPRODUZIONE RISERVATA Caso choc Il ginecologo Severino Antinori, arrestato ieri con l’accusa di furto di ovuli