Attualità

Rai. M5S insegue Orfeo. Pd: finti giornalisti. Il blog di Grillo: pensate a censure

Gianni Santamaria martedì 11 aprile 2017

Finisce nelle aule parlamentari, tra accuse e minacce di querele, la polemica tra M5S e Tg1, sfociata in un video in cui due dipendenti del gruppo comunicazione del movimento al Senato fermano per strada il direttore della testata Rai in due occasioni per porgli delle domande su presunti insabbiamenti o enfatizzazioni di notizie contro M5S, non ricevendo risposta. Dopo ore di battibecco tra Pd e M5S, il senatore dem Franco Mirabelli chiede, infatti, al presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, di valutare delle sanzioni da parte del Consiglio di presidenza, tenuto conto che collaboratori e assistenti sono retribuiti dal gruppo con soldi pubblici. «La critica va manifestata in modo trasparente nelle sedi istituzionali e non in piazza e con l'inganno», argomenta Mirabelli.


Non è solo il senatore dem a denunciare che i due - in realtà appunto in forze al gruppo grillino - si sarebbero finti inviati delle "Iene". Circostanza che non si evince dal video pubblicato dal blog di Grillo (rilanciato subito da diversi media) e che dà lo spunto per la replica al calor bianco. Il blog, che lancia la campagna Twitter #OrfeoRispondi, sottolinea come il problema degli altri partiti sia lo status lavorativo dei due attivisti e non il fatto che il Tg1 «spaccia notizie false come quella della fantomatica riapertura della discarica di Malagrotta», che non sarebbe stata smentita neppure dopo le precisazioni dell'assessore romano competente. E ciò vale anche per altre due circostanze rinfacciate ad Orfeo: l'asserita «censura» alla sindaca Virginia Raggi in occasione del 60° dei Trattati di Roma e il fatto che «per mesi lo stesso tg abbia censurato e minimizzato il caso Consip ed amplificato in maniera esagerata e tendenziosa notizie come una querela per diffamazione a Di Battista e Grillo». I due dipendenti del gruppo comunicazione del M5S - il giornalista Matteo Incerti e il video maker, Nicola Virzì - non si sono finti Iene e hanno realizzato il servizio «la mattina presto, fuori dall'orario di lavoro ed a loro spese», rivolgendosi «educatamente» a Orfeo, prosegue il blog.


Insomma il contrario di quanto afferma la marea bipartisan dei commentatori politici, che danno solidarietà a Orfeo e parlano di intimidazione, aggressione, persino di stalking. Maurizio Gasparri (Fi) invoca l'intervento del Senato. Maurizio Lupi (Ap) chiede un chiarimento al presidente della Commissione di Vigilanza Rai, il pentastellato Roberto Fico. E se la speranza era che gettasse acqua sul fuoco, questa va subito delusa. «Orfeo fa un tg schiacciato sul governo, lo abbiamo visto anche in occasione del referendum costituzionale. La cosa importante sarebbe rispondere alle domande, qui si parla sempre di altro per non rispondere sui contenuti». Fico ha poi fatto riferimento al caso di Report. «Ha fatto una bella inchiesta sul Pd, su L'Unità e si parla delle querele che il Pd vuole fare a Report, anzichè dei contenuti del programma. Nonostante questi attacchi, Report non è in pericolo, andrà in onda ancora a lungo». Anche Alessandro Di Battista insiste su questo punto: «Il M5S fa domande a Orfeo, legittime, e il Pd grida allo scandalo. Poi Renzi cerca di bloccare il servizio di Report e va bene?». La vede all'opposto il dem Emanuele Fiano, per il quale sono i pentastellati a fuggire i giornalisti veri, mentre mandano quelli finti agli altri. Parecchi esponenti politici si lanciano a difesa della professionalità giornalistica e invocano un intervento dell'Ordine. Si fa sentire anche il sindacato dei giornalisti Fnsi, insieme all'Usigrai, definendo «inaccettabile il tentativo di intimidazione» nei confronti di Orfeo. Che incassa la «massima stima e la fiducia» dell'azienda davanti «a qualunque tentativo di screditarne la reputazione». Lo si legge in una nota di viale Mazzini in cui Orfeo viene definito «eccellente professionista», che «ha sempre saputo rappresentare al meglio i valori del pluralismo e dell'universalità».