Attualità

Esperienza educativa. Oratori estivi, bilancio record Un aiuto anche per i compiti

Cinzia Arena sabato 19 luglio 2014
Per bambini e ragazzi in queste settimane di vacanza dalla scuola sono diventati una seconda casa. Un luogo dove stare insieme, fare nuove amicizie, condividere preghiere e preoccupazioni, fare sport e i compiti per le vacanze. Un aiuto insostituibile e prezioso per le famiglie. Gli oratori estivi anche quest'anno hanno fatto il pieno: due milioni di iscritti, trecentomila educatori, nella stragrande maggioranza ragazzi delle superiori. Un'esperienza formativa a tutto tondo che non conosce crisi, ma anzi è in costante aumento. Negli ultimi cinque anni, secondo le stime della diocesi di Milano, gli iscritti sono cresciuti del 20%. In assoluto rappresentano la prima scelta delle famiglie italiane, "staccando" di gran lunga campus e altre iniziative di intrattenimento. Una risposta ad un'esigenza sociale ed economica che si regge su due "pilastri" come spiega don Samuele Marelli, direttore della Fom. "Il primo è la gratuità, il venire accolti, che che rappresenta senz'altro una marcia in più, il secondo è che l'oratorio estivo non è una parentesi ma è inserito in un percorso continuo che viene portato avanti durante tutto l'anno". Nella sola diocesi di Milano sono stati trecentomila i ragazzi che hanno frequentato l'oratorio sino a qualche giorno fa. Cinquantamila gli animatori. In Lombardia i grest sono diffusi in maniera capillare: su 3000 parrocchie se ne contano 2500. Un bilancio molto positivo e un arrivederci a settembre quando molte parrocchie riapiriranno le porte per accogliere i ragazzi e accompagnarli verso l'inizio del nuovo anno scolastico. Aiutando chi è rimasto indietro a completare i compiti per le vacanze e a ripassare verbi e tabelline. In quasi tutti i grest infatti è previsto, a metà mattina o nel pomeriggio, uno "spazio compiti", gestito dagli educatori (spesso dalle mamme) per permettere ai ragazzi di "stare al passo" con gli impegni scolastici. Molto richiesto il servizio di doposcuola durante l'anno attivo in 267 realtà parrocchiali della diocesi di Milano (una su quattro, ma in città è molto diffuso). In questo caso a fare da insegnanti volontari sono soprattutto professori in pensione e studenti universitari. Quasi un "alunno" su due (il 48%) è straniero, alle prese con le difficoltà linguistiche. Per gli italiani invece la materia più ostica è la matemativa. Nella maggior parte dei casi il doposcuola è aperto due giorni a settimana: settimila i ragazzi iscritti. E anche in questo caso le richieste sono in continuo aumento.