Attualità

ALLEANZE ALLA PROVA. L’ora dei moderati, prove di dialogo

Roberta d’Angelo martedì 23 ottobre 2012
​Il voto siciliano riapre il dialogo tra i moderati, che si presentano divisi, ma non rilancia l’alleanza Pdl-Udc, che Pier Ferdinando Casini non intende riproporre neppure a livello nazionale, malgrado il corteggiamento degli ex alleati parta dallo stesso presidente del Senato Schifani. La costituente dei moderati chiesta dalla seconda carica dello Stato non convince il leader udc. «Mettere insieme Casini e Berlusconi è un controsenso, è ridicolo per lui e per me, significa che questi dieci anni sono passati invano», risponde l’ex presidente della Camera. Per lui «qualsiasi aggregazione dei moderati non può che partire» dalla «autocritica» rispetto al passato e da quanto fatto dal presidente Monti che ha promosso una «spirito di collaborazione tra partiti diversi» mentre nel passato si è andati avanti con concetti come «le ronde». E allora, insiste Casini, «se vogliamo partire da qui, si può ragionare». Un ragionamento condiviso da Gianfranco Fini. «Non credo alla necessità di unire i cosiddetti moderati contro i cosiddetti progressisti. Credo al dovere di mettersi insieme per poter fare qualcosa non contro qualcuno». Alfano non si arrende, certo che l’alleanza tra Pd e Udc sia «innaturale». Allora, dice il leader del Pdl, «Casini ha fatto una scelta schierandosi con il Pd, ci dispiace». D’altronde «il test per le regionali non ha rilevanza nazionale perché Bersani ha già fatto l’accordo con Vendola per le politiche», ricorda il segretario pdl. Schifani condivide e rilancia: i referenti dell’appello ai moderati «sono tutti coloro i quali hanno a cuore lo spirito di servizio del nostro Paese». Quelli che «non dovrebbero sottrarsi a questo appello». E tra questi, chiosa, Casini «per la sua storia non dovrebbe sottrarsi». Perciò, «abbandoni le scorie del passato».