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Coronavirus. Si torna a viaggiare in Italia. Ecco le novità

Daniela Fassini mercoledì 3 giugno 2020

«Si torna con la mobilità tra le Regioni, ce l’abbiamo fatta». A quasi tre mesi dall’inizio della pandemia cade l’ultimo dei paletti più importanti: addio all’autocertificazione e libero movimento fra territori diversi. Il ministro Francesco Boccia è soddisfatto e festeggia così la 'Fase 3' con le aperture incondizionate, scattate oggi, tra le 21 Regioni italiane. Un lungo tira e molla, fra scatti in avanti, chiusure e maldipancia dei governatori del Sud, che alla fine però ha messo d’accordo tutti. Anche il più battagliero Christian Solinas, paladino del 'passaporto sanitario' e fra i sostenitori delle aperture contingentate e tra Regioni con meno contagi. «Col sacrificio di tutti torniamo a questa nuova normalità – sottolinea Boccia –. Ma non dobbiamo dimenticare i 33mila italiani che non ci sono più».

Da oggi si torna a circolare liberamente in tutta Italia, ma rimangono ancora alcune restrizioni. Prime fra tutte il divieto di assembramento e l’obbligo di mantenere una distanza di almeno un metro (2 in caso di attività fisica). Anche la mascherina continuerà ad essere la 'compagna' fissa delle nostre uscite. In Lombardia rimane l’obbligo di indossarla all’aperto almeno fino al prossimo 15 giugno, nelle restanti Regioni sarà vincolante nei luoghi chiusi.

Con un decreto firmato dal ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, da oggi diventa obbligatoria anche la misurazione della febbre per chi viaggia con l’Alta Velocità o con gli Intercity: ci saranno degli ingressi dedicati nelle stazioni e, in caso si abbia più di 37,5°C, non sarà consentito l’accesso a bordo del treno. Rimarranno i controlli della temperatura anche negli aeroporti e l’obbligo di indossare la mascherina in viaggio.

Resta anche l’obbligo di rimanere presso il proprio domicilio per chi è in quarantena e per chi ha una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi, così come rimane l’obbligo di mantenere una distanza di almeno un metro (2 in caso di attività fisica). Intanto però ogni Regione si organizza da sè per affrontare l’arrivo dei familiari e dei turisti delle seconde case. «È giusto che ogni governatore rafforzi i propri sistemi di controllo e di prevenzione sanitaria» aggiunge Boccia.

Da oggi ripartono i voli da Roma e Milano per la Sardegna, mentre a partire dal 13 giugno è previsto il riavvio di tutti i voli domestici e anche il trasporto marittimo passeggeri non avrà limitazioni. Per la Sicilia nessuna limitazione da subito, mentre la Campania si avvia a rafforzare il controllo con tamponi e test e il governatore Michele Emiliano invita a segnalare la propria presenza in Puglia.

Da oggi si riaprono anche le frontiere per i cittadini dell’area Schengen e della Gran Bretagna, che potranno venire nel nostro Paese senza obbligo di quarantena. Ma non per tutti vige la stessa reciprocità, anche se ieri l’Unione europea ha 'bacchettato' gli Stati che non rispettano il «principio di non discriminazione» e della necessità di «coordinamento» nell’eliminazione delle restrizioni, che dovrebbe «tenere in conto criteri come la situazione epidemiologica ». «Se le misure vengono eliminate in una specifica Regione dell’Ue, lo stesso trattamento deve essere riservato a tutte le altre Regioni che hanno la stessa situazione epidemiologica», ha rimarcato il portavoce della Commissione europea, Jahnz Adalbert, sulle scelte di riapertura dei confini tra Austria e Italia dopo l’epidemia di coronavirus.

E proprio dall’Austria, al centro di una querelle con l’Italia nelle ultime settimane, è arrivato un piccolo passo avanti: Vienna, che fino all’ultimo sembrava irremovibile, ora prospetta l’apertura del confine con l’Italia a partire da metà giugno, «qualora l’andamento epidemiologico lo consentirà», in concomitanza con la ripresa della libera circolazione con gli altri Paesi confinanti. Se così non fosse, Vienna valuterà almeno la ripresa degli spostamenti con le Regioni italiane che possono vantare dati positivi: Alto Adige, Trentino e Sud Tirolo. La Svizzera, almeno per il momento, non sembra intenzionata a rivedere la sua posizione sull’Italia. I prossimi giorni saranno comunque cruciali per la riapertura delle frontiere europee. «Abbiamo bisogno che tutti camminino e non corrano» scrive su Twitterla commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson. Già nelle prossime ore è prevista inoltre una riunione degli ambasciatori dei 27 (Coreper) che toccherà anche questa questione, mentre i ministri dell’Interno si incontreranno venerdì. Il piano prevede la riapertura delle frontiere esterne dal prossimo 15 giugno, ma la strada appare ancora tutta in salita.