Attualità

Unioni civili. Russo: «Non vogliamo clonare il matrimonio»

Roberta D'Angelo giovedì 28 gennaio 2016
Il tempo giocherà a favore della legge. Francesco Russo, senatore del Pd critico sul testo Cirinnà, ma da sempre 'pontiere' rispetto alle posizioni opposte che si affrontano nel suo stesso partito, è certo che basterà modificare alcuni termini per evitare 'storture' non indifferenti. «La legge nasce per tutelare i soggetti più deboli all’interno di situazioni che oggi esistono». Però secondo alcuni suoi compagni di partito, finisce per creare matrimoni di serie B... La normativa prova a disciplinare non soltanto le convivenze costruite su legami affettivi, ma anche quelle per l’assistenza morale e materiale, che in questo momento non hanno nessuna copertura giuridica. Abbiamo la necessità di tutelare soprattutto i soggetti deboli all’interno di coppie conviventi. Se si tratta di modificare termini per evitare confusione, ci sono emendamenti per questo. Parlare di convivenze o di persone che convivono è ben diverso... Lavoriamo anche per modifiche terminologiche per specificare che il simil-matrimonio non è il nostro intendimento: non ci si propone di fare matrimoni di serie B. Lo scopo della legge è evitare conseguenze negative per le situazioni di fatto, che re- stano in questo momento senza regole. Non solo per conviventi more uxorio, ma anche per le persone anziane che maturano convivenze di sostegno reciproco, che, per come evolve la società, sono in aumento. Sapendo che il matrimonio è altro. Unioni civili: nell’articolo 3 di fatto si consente l’adozione internazionale. Lo stiamo studiando. Se per una svista il rischio si corre davvero, allora ci sono emendamenti correttivi. Non ci saranno escamotage. La decisione di votare insieme il testo facilita la trattativa nel Pd? Siamo ripartiti dalla piena unità sulla volontà di riconoscere i diritti. Si lavora per evitare equivoci e forzature sulla stepchild, e per fissare paletti per escludere ogni forma di maternità surrogata. Stiamo verificando una formula, sulla base degli emendamenti di Chiti. C’è consenso trasversale sul fatto che il minore ha il diritto a una famiglia e che non esiste il diritto al figlio. Cerchiamo soluzioni che possano essere comprese dalla maggior parte degli italiani. Ascoltate le piazze? Spero che dalle piazze arrivino le voci più costruttive. Alla fine mi piacerebbe che da piazze uguali e contrarie il Parlamento trovasse una sua centralità e dimostrasse come la capacità di trovare compromessi alti sia ancora la capacità della politica. Il patto sugli emendamenti è un segnale? Se non ci accordiamo si rischia il Vietnam: quanto più troveremo punti di contatto, tanto più si eviterà il rischio di voto segreto. Su alcuni punti può prevalere il buon senso: c’è già accordo sulla non strumentalizzazione e sul rispetto del corpo della donna.