Attualità

Scuola. Quattro Regioni chiedono la quarantena per gli alunni dalla Cina

Paolo Ferrario lunedì 3 febbraio 2020

Bambini cinesi in una scuola italiana

«Ci siamo mossi immediatamente come governo: non voglio che si creino inutili allarmismi, la propaganda non fa bene. Non ci sono motivi per escludere gli alunni dalla scuola. Nella circolare abbiamo spiegato cosa fare e in quali casi, quindi tranquillità assoluta». Dopo la circolare del Ministero della Salute diramata sabato a tutte le scuole, oggi è stata la stessa ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, a rassicurare famiglie, alunni e docenti sul “caso coronavirus”.

Ma tre Regioni (Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia) e la Provincia autonoma di Trento, hanno scritto una lettera comune al Ministero della Sanità chiedendo che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina sia applicato anche ai bambini che frequentano le scuole. ll presidente della Provincia autonoma di Bolzano e presidente di turno della Regione Trentino-Alto Adige, conferma, invece, di non aver firmato la lettera. «Non c'è nessuna volontà di contrapposizioni politiche, né tantomeno di ghettizzare: vogliamo solo dare una risposta all'ansia dei tanti genitori visto che la circolare non prevede misure in tal senso», spiega il Presidente del Veneto, Luca Zaia.

Contrari all'iniziativa i dirigenti dell'Associazione nazionale presidi. «Noi abbiamo la circolare del ministero della Salute, diffusa dal Miur - ricorda il presidente Antonello Giannelli -. Lasciamo parlare i medici. Se gli esperti e i tecnici ritengono non ci siano rischi noi ci atteniamo alle prescrizioni scientifiche sulla base anche delle indicazioni Oms. Non capisco queste strumentalizzazioni, se poi ci sono argomentazioni sanitarie lo dicano».

L'Istituto superiore di sanità, dal canto suo , precisa che le misure già adottate rispetto al rischio legato al Coronavirus "tutelano la salute dei bambini e della popolazione". Al momento, rileva l'Iss, "l'Italia è tra i paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate".

Nessuna assenza nelle città

Questa mattina non si sono verificati casi di assenze di massa negli istituti dove è forte la presenza di alunni di origine cinese. Situazione tranquilla all'istituto comprensivo di via Giusti, nel cuore della Chinatown di Milano, frequentato da circa 800 alunni di elementari e medie, di cui 160 di origine cinese. La scuola si sta preparando a ricevere anche i circa dieci bambini che sono tornati in patria per le festività del Capodanno cinese, il cui rientro è previsto per i prossimi giorni. In questo caso, sarà applicato il protocollo indicato dal Ministero, che viene attivato solo in presenza di soggetti che manifestino i sintomi del coronavirus.

L'importanza di monitorare la situazione

«Sabato dal ministero della Salute abbiamo ricevuto indicazioni generali su come affrontare l'emergenza - spiega il dirigente scolastico dell'istituto di via Giusti, Valerio Cipollone -. Per gli alunni di ritorno dalla Cina ci sono indicazioni di prevenzione generale delle infezioni delle vie respiratorie, lavarsi le mani, coprirsi la bocca quando si tossisce. E poi di monitorare nei giorni successivi al ritorno l'insorgenza di sintomi particolari legati al virus. L'Ats ha detto che siccome a monte di tutto c'è il corridoio sanitario di Malpensa, per ora non possiamo fare nulla. Quando i bambini arriveranno li accoglieremo. Ieri ho chiamato il numero di pubblica utilità 1500, che è preso d'assalto, e mi hanno spiegato che anche la sanificazione degli ambienti è inutile. Intanto oggi appenderò all'ingresso un opuscolo del Ministero in italiano e cinese, e manderò alle famiglie un'altra comunicazione per tranquillizzare».

Milano, psicosi ingiustificata

Fuori dalla scuola, un gruppetto di genitori discute del “caso coronavirus” e c'è chi non nasconde qualche preoccupazione, anche se, sottolinea una mamma, «con le giuste precauzioni igieniche si fa una vita normale». Le insegnanti sono pronte a rispondere alle domande dei bambini, che sono comunque i primi a dire che «allarmarsi è inutile», come ricorda uno studente delle medie. «Da medico - sottolinea Roberto Passaro, papà di uno scolaro di prima elementare - penso che sia una psicosi ingiustificata, una questione di ignoranza. E sta danneggiando la comunità cinese di questo quartiere».

Roma, disinfettante e fazzoletti per tutti

A Roma, all'istituto Di Donato, uno dei più multietnici della Capitale, con un alto numero di alunni di origine cinese, si sono attrezzati fornendo le classi di disinfettante e fazzoletti. «Siamo tranquilli - conferma la preside, Manuela Manferlotti -. Al momento non c'è motivo di avere paura. Abbiamo solo detto ai bambini di lavarsi spesso le mani. In ogni caso, non abbiamo bambini cinesi che, di recente, sono andati in Cina. Sono tutti di seconda e terza generazione». All'istituto Simonetta Salacone, all'interno del quale c'è anche la scuola Pisacane, tra le più multietniche della Capitale, la preside Rosanna Labalestra, predica calma: «Al momento non ci sono bambini che sono rientrati di recente dalla Cina. Ma qualora ci fossero, le insegnanti chiederanno alle famiglie di portare prima del rientro il certificato medico. È stata una nostra decisione a scopo precauzionale ed è una sicurezza in più anche per i bambini». Alla Pisacane, nel quartiere di Torpignattara, non si registrano assenze anomale e i genitori hanno un atteggiamento «equilibrato», conferma la dirigente. «Sono loro a non volere che si creino discriminazioni tra i bambini», aggiunge Labalestra.

Palermo, nessun allarme

Anche a Palermo nella scuola Perez Madre Teresa di Calcutta e all'istituto Ferrara di piazza Magione, nella zona della stazione centrale dove si registra la più alta concentrazione di negozi e residenti di origine cinese, nessun allarmismo per il coronavirus. Gli alunni continuano a frequentare regolarmente la scuola. Dei dodici scolari cinesi alla Perez solo due mancano all'appello, perché l'assenza era programmata in vista del capodanno cinese. «Dovrebbero tornare il 20 febbraio - dice la dirigente scolastica Laura Pollichino -. Per il resto gli alunni sono presenti e non c'è stato alcun allarme. In questi giorni sono arrivate le linee guida del ministero della Salute che indicano le solite precauzioni da adottare in caso di influenza. Ma nessuna emergenza». Lezioni regolari anche alla scuola Ferrara in piazza Magione. Qui gli alunni cinesi sono una trentina. «Sappiamo che due genitori sono partiti in Cina per il capodanno - dice la dirigente scolastica Lucia Sorce - Siamo certi che quando rientreranno saranno sottoposti a tutti i controlli come da protocollo, quindi non c'è da avere alcun timore. Anche i compagni di scuola e i loro genitori non hanno mostrato particolare preoccupazione. La situazione è tenuta nella giusta attenzione, ma nessun allarme. Solo informazione. Per questo stiamo pensando di realizzare un breve video per cercare di contrastare la psicosi». Per anni la Ferrara è stata la scuola con la maggiore presenza di alunni cinesi visto che tanti negozi si trovavano proprio nella vicina via Lincoln o in via Maqueda. «Adesso la comunità si è sparsa in tutta la città - aggiunge la dirigente Sorce - e negli ultimi tre anni abbiamo registrato un marcato calo della presenza di alunni asiatici».

Prato, incontro con tutte le scuole

Una delle comunità di cinesi più numerose è quella di Prato. Per fare il punto della situazione, il Comune ha organizzato per domani pomeriggio un incontro con tutte le scuole della città, con la presenza dei dirigenti dell'Azienda sanitaria locale. «Sarà l'occasione anche per poter rispondere a qualsiasi dubbio e richiesta di informazioni da parte delle scuole», si legge in una nota.

«Sassaiola contro studenti cinesi a Frosinone», notizia falsa

Tra tutte le notizie diffuse ieri, c'è anche quella di una presunta sassaiola contro un gruppo di studenti cinesi dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone. A raccontare l'episodio è stato un docente che all'Accademia insegna Fashion Design. La notizia è trapelata nel corso della conferenza stampa che la direttrice dell'istituto, Loredana Rea, e il presidente della Consulta degli studenti, Luca Spatola, hanno tenuto all'indomani del sospetto caso della studentessa cinese colpita da febbre dopo il ritorno da un viaggio in Cina. La giovane, risultata poi negativa al test del coronavirus, è stata tenuta sotto osservazione allo 'Spallanzani' e per questo motivo era stata disposta, in via cautelativa, la chiusura dell'Accademia che questa mattina ha nuovamente aperto i battenti.

Il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, con una nota stampa ha smentito seccamente la notizia della sassaiola, "assolutamente falsa", "frutto della bassezza di livello a cui alcuni insegnanti, fortunatamente una esigua minoranza, giungono oggi, nella ricerca di pubblicità gratuita, anziché dedicarsi alla didattica e agli insegnamenti etici".

La Digos ha poi disposto accertamenti, che hanno dato esito negativo e che si sono conclusi con una denuncia per procurato allarme a carico del professore che aveva diffuso la notizia.