Attualità

Il Miur. «Nessun bambino cinese escluso da scuola»

Paolo Ferrario sabato 1 febbraio 2020

Una bambina in arrivo dalla Cina all'aeroporto della Malpensa

Non c’è nessuna ragione per escludere dalla scuola alunni in arrivo dalla Cina e che non presentino i sintomi caratteristici del coronavirus. Lo dice la circolare del Ministero della Salute, diramata nel pomeriggio dal Miur a tutte le scuole, che fornisce anche indicazioni di comportamento, ai dirigenti, ai docenti e agli stessi studenti e alle loro famiglie, in caso di insorgenza dei sintomi del virus e quali precauzioni osservare per evitarne la diffusione. Il chiarimento era stato chiesto dall’Associazione nazionale presidi, con una lettera alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in cui si evidenziavano i «timori diffusi» per «alcuni casi di alunni che si sono recati in Cina di recente».

Fermare la psicosi

Paradossale la situazione verificatasi all’Istituto comprensivo di Telese Terme, in provincia di Benevento, dove è iscritta un’alunna di origini cinesi, che è stata in vacanza in Cina ed è rientrata in questi giorni. Per paura del contagio, le altre famiglie hanno deciso di tenere a casa i propri figli, costringendo la dirigente, Rosa Pellegrino, a firmare una nota per fare chiarezza e rassicurare sul fatto che la bambina era stata in una città «a mille chilometri da Wuhan», epicentro dell’epidemia e che sia lei che i familiari avevano «superato ben quattro controlli aeroportuali in entrata e in uscita e non presentano alcun sintomo influenzale».

Le procedure in caso di sintomi

È proprio questa la caratteristica fondamentale da monitorare nella “caccia” al coronavirus, come confermato anche dalla circolare ministeriale. Che, in caso di insorgenza dei sintomi, sollecita a chiamare il numero verde 1500 del Ministero della Salute, proteggere naso e bocca con la mascherina ed evitare contatti con le altre persone. Per proteggere i bambini più piccoli, la circolare invita il personale scolastico a «favorire comportamenti» che riducano la possibilità di contaminazione attraverso il passaggio di oggetti come giocattoli, matite, bicchieri e altro materiale di uso comune.
«La circolare – commenta il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli – contribuisce a fare chiarezza e a tranquillizzare le famiglie, tra le quali di stava diffondendo una psicosi ingiustificata. Ai genitori dico di mantenere la massima serenità, perché fino a quando non si manifesta la sintomatologia, nessun bambino è contagioso».

Evacuato Pronto soccorso nel Lecchese

Messaggio quanto mai opportuno, visto il caos provocato, ieri sera, al Pronto soccorso dell’ospedale Mandic di Merate, nel Lecchese, dall’arrivo di una bambina italiana con la febbre, ma in buone condizioni, che, però, era stata in contatto con una coetanea cinese asintomatica, da poco rientrata dalla Cina. Per alcune ore, il reparto è stato chiuso per accertamenti, fino a quando l’allarme non è rientrato.
Un invito alla calma è arrivato anche dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo che il Conservatorio di Rovigo aveva diffuso un avviso in cui si chiedeva agli studenti che fossero rientrati recentemente dalla Cina di non frequentare, in via precauzionale, le lezioni per 14 giorni, periodo di incubazione del virus. «Comprendo fino in fondo l’apprensione, ma in assenza di sintomi e temperatura corporea, le direttive non prevedono assolutamente di chiudere le scuole e allontanare gli studenti», ha ricordato il governatore.

Nessun bambino contagiato

Disposizione che prende forza anche dai dati finora a disposizione. Secondo uno studio pubblicato dal New England Journal of medicine, «nessun grave contagio» da coronavirus fra i bambini è stato descritto finora in Cina, dove l’età media dei pazienti è di 59 anni e nel 56% dei casi si tratta di uomini. La rivista ha analizzato i primi 425 ammalati di Wuhan e, in questo campione, nessun paziente ha meno di 15 anni.
Per quanto riguarda l’Italia, infine, è opportuno ricordare che, secondo l’ultimo rapporto del Miur sugli alunni con cittadinanza non italiana, i cinesi sono circa 53mila, per l’82% si tratta di giovani nati in Italia e che per oltre il 60% sono iscritti alla scuola dell’infanzia o alla primaria.