Attualità

CONVEGNO. Napolitano: tra Italia e Santa Sede «collaborazione feconda»

mercoledì 18 febbraio 2009
"Sono certo che il fruttuoso dialogo esistente tra le istituzioni italiane e la Chiesa, ribadito in occasione della visita ufficiale di Sua Santità Benedetto XVI al Quirinale il 4 ottobre scorso, potrà ulteriormente intensificarsi consentendo alla comunità nazionale di affrontare le sfide del XXI secolo forte della condivisione dei principi e dei valori che sono alla base della nostra identità culturale e spirituale". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo scrive in un messaggio inviato in occasione del Convegno "Problemi e prospettive dei Patti Lateranensi a 25 anni dalla revisione", organizzato dalla Fondazione della Camera dei Deputati."Solo pochi giorni orsono - prosegue il Capo dello Stato - sono stati ricordati gli ottant'anni dalla firma dei Patti Lateranensi, che hanno posto fine ad un'epoca segnata da profonde lacerazioni fra lo Stato italiano e la Chiesa; oggi ricorrono i venticinque anni trascorsi dalla conclusione dell'Accordo di modificazione del Concordato, che ha consentito di consolidare le relazioni e di arricchirle di sempre nuovi contenuti anche a seguito dell'entrata in vigore della Costituzione. È pertanto quanto mai opportuna l'occasione di riflessione offerta dall'importante convegno di studi promosso dalla Fondazione Camera dei Deputati. Dall'insieme degli accordi del 1929 e del 1984 e dei principi enunciati nella Carta Costituzionale, che all'articolo 7 sancisce il principio secondo il quale "Chiesa e Stato sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani", si è andata sviluppando una collaborazione feconda fra lo Stato e la Santa Sede.Tale rapporto, ispirato al rispetto reciproco, si traduce in un'operosa convergenza di sforzi volti al bene comune, nel pieno riconoscimento della dimensione sociale e pubblica del fatto religioso". Napolitano si dice infine "certo che il fruttuoso dialogo esistente tra le istituzioni italiane e la Chiesa, ribadito in occasione della visita ufficiale di Sua Santità Benedetto XVI al Quirinale il 4 ottobre scorso, potrà ulteriormente intensificarsi" .Fini: identità religiosa e multiculturalismo. Al convegno è intervenuto anche il presidente della Camera Gianfranco Fini secondo cui "l'identità religiosa è parte integrante ed elemento costitutivo del concetto di nazione", che nel nuovo panorama della globalizzazione non può però non fare i conti con quel "multiculturalismo, che sta concorrendo a dare corpo a una nuova configurazione dell'idea di nazione". Secondo Fini "la nuova presenza, visibile e assertiva, di altre confessioni nel nostro paese richiede un approccio culturale e politico che consenta alla società italiana di arricchirsi anche per questi nuovi apporti di carattere religioso e spirituale, senza per questo snaturare la propria identità cristiana, maturata nel corso dei secoli". Insomma, "il multiculturalismo è un fenomeno destinato inevitabilmente a crescere in quanto le diverse culture faranno sempre più sentire la propria presenza e influenza nei comportamenti dei futuri cittadini italiani. Partendo da questo assunto, la stipulazione di diverse Intese con culti che non siano tradizionalmente riconosciuti, fino a oggi, dallo Stato italiano, potrebbe recare un utile contributo al riconoscimento e all'accoglienza di tutte quelle diversità e specificità confessionali ed etniche, che non collidano con i principi generali dell'ordinamento e con le garanzie dei diritti umani, di libertà e uguaglianza". Profondamente errato, al contrario, sarebbe affrontare la "delicata questione del multiculturalismo avendo come obiettivo quello di favorire una società divisa per etnie o per comunità confessionali, a ciascuna delle quali dovesse competere il diritto di regolare con potestà autoritativa i comportamenti dei rispettivi aderenti. Se malauguratamente si scegliesse questa via - ha concluso Fini - si metterebbe in pericolo la capacità stessa dell'Italia di rimanere una nazione coesa e accomunata da valori condivisi".