Attualità

Il presidente. Napolitano, ultime ore al Colle «Sono contento di tornare a casa»

martedì 13 gennaio 2015
Alla fine, come sempre, sono i bambini a infischiarsene delle regole e ad andare al sodo. Ed è una bimba, in piazza del Quirinale per la manifestazione della Polizia di Stato 'Una vita da social', a chiedere a Giorgio Napolitano se sia contento di tornare a casa sua. Mercoledì mattina infatti sono ormai annunciate le sue dimissioni come lo stesso Napolitano ha spiegato al premier Renzi in un colloquio al Colle lunedì scorso. Il Presidente della Repubblica, di ritorno dal commiato con la sua Guardia, i Corazzieri, le risponde con altrettanta franchezza: "E certo che sono contento di tornare a casa". Perchè, prosegue Napolitano come le spiegherebbe un nonno più che l'unico Capo dello Stato che abbia servito, sia pur in parte, per un doppio mandato, "qui si sta bene, è tutto molto bello ma si sta troppo chiusi, si esce poco". Sono gli ultimi adempimenti ufficiali di Napolitano, che coglie l'occasione dell'estemporanea presenza proprio di fronte al Quirinale, giusto fuori dell'ingresso al Palazzo, per rivolgere un "augurio al Paese": "Che sia unito e sereno". Un augurio che il Presidente della Repubblica motiva legandolo alla tragedia di Parigi. "Anche perchè - osserva infatti - viviamo in un mondo molto difficile. Abbiamo visto nei giorni scorsi cosa è successo in un Paese vicino e amico come la Francia. Siamo molto incoraggiati dalla straordinaria manifestazione di Parigi però, insomma, sempre essendo attenti a stare in guardia e a non fare allarmismo, dobbiamo essere molto consapevoli della necessità, pur nella libertà di discussione politica e di dialettica parlamentare, della necessità di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti più critici, la sua fondamentale unità". Di fatto, la concretizzazione del profilo dell'inquilino del Colle che, negli stessi momenti, Matteo Renzi affida ai giornalisti, nel corso della conferenza stampa a Strasburgo con cui si chiude il semestre Ue di presidenza. "Posso dire che la Costituzione definisce un profilo del Presidente della Repubblica: un arbitro saggio, non un giocatore di una delle due squadre, come in altri ordinamenti". Parole da un certo punto di vista 'obbligatè ma comunque indicative di un metodo. "In Italia e nel sistema tedesco o in altri ordinamenti - ribadisce il presidente del Consiglio - è un arbitro con rilevanti responsabilità nella vita quotidiana, e rilevantissime - sottolinea - in alcuni momenti storici e come tali noi dovremo individuare una personalità di grande livello". Sono le questioni che impegneranno la politica ormai da domani. Per quello che riguarda Renzi e il Pd, la segreteria è convocata domani alle 7,30. Giovedì mattina invece Renzi incontrerà i senatori Dem, in vista dell'esame dell'Italicum e venerdì, alle 15, si riunirà la direzione. E la minoranza interna non depone le armi, proprio a cominciare dalla partita sul Quirinale: "Credo che Renzi abbia il dovere di proporre il profilo di un presidente indipendente, che parli a tutti gli italiani, un garante delle istituzioni del paese e non del Patto del Nazareno", dice Alfredo D'Attorre.