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LA STRATEGIA DEL PREMIER. Monti è pronto: farà campagna elettorale

Arturo Celletti mercoledì 19 dicembre 2012
​«Spiegherò agli italiani perchè scendo in campo. Spiegherò, uno ad uno, tutti i motivi della mia scelta. Dirò con assoluta forza che c’è una sinistra che vuole distruggere tredici mesi di lavoro del mio governo e cancellare i sacrifici fatti dagli italiani. Ma dirò anche che spazi per un accordo con Berlusconi non ci sono e non ci saranno...». Mario Monti alza gli occhi e spiega il perché di quella chiusura. «Non posso accettare i suoi attacchi alla Germania. Con Angela Merkel c’è una collaborazione importante che non va interrotta ma, anzi, va potenziata». Sono ore complicate. Segnate da vertici, "faccia a faccia", telefonate private, incontri istituzionali. Monti si muove con un unico obiettivo: preparare la sua nuova avventura politica. Tutto sembra oramai deciso e il Professore negli incontri più riservati spiega le sue certezze e ammette i suoi dubbi: «Sì, farò campagna elettorale. Per difendere l’agenda di governo e salvaguardare il nostro lavoro. Sì, sarò in campo con un progetto chiaro e senza tatticismi». C’è, però, molto ancora da capire e i tempi sono stretti. Monti mette in fila gli interrogativi ancora senza risposta: un solo listone o come sembra più probabile tre liste federate e unite da un programma comune e da uno stesso simbolo? Si valutano pro e contro. Ma l’idea di correre sostenuto da Udc, Italia futura e da una terza lista di montiani doc prende forza ora dopo ora. La dicitura "Italia per Monti" sarà l’elemento che unirà le tre realtà che saranno chiamate a sottoscrivere lo stesso programma che il premier ha già messo a punto. La determinazione del Professore sorprende. Monti ha deciso e se non entra nei tecnicismi e non spiega modi e tempi dell’annuncio è solo per rispetto alla prassi istituzionale. «Prima serve il via libera definitivo alla legge di stabilità, poi vado a dimettermi e a quel punto potrò raccontare all’Italia il mio progetto». Una pausa precede l’ultimo ammonimento: «Ma ora lasciamo che una cortina di riservatezza cali sul piano. Per tutti noi sarà importante l’effetto sorpresa». Monti guarda con perplessità l’ultima offensiva di Berlusconi: l’idea del Pdl di far slittare il voto non lo preoccupa, lo rattrista. Per il tentativo di offrire al Cavaliere una o due settimane in più di campagna elettorale e per la «strumentalità delle motivazioni» con cui l’ex premier pretende lo slittamento del voto. Ma sono dettagli. Monti oramai ha una mission e a quella lavora. Pensa alla federazione il Prof. E non sottovaluta le difficoltà che avrà nel mettere d’accordo personalità così diverse per storia e per sensibilità. Sa che personalità come il presidente delle Acli Olivero e il ministro Riccardi avrebbero difficoltà a convivere con leader politici con una storia di destra come il sindaco di Roma Alemanno. Ma la sfida è ambiziosa e il premier ci vuole provare. E per riuscire nell’impresa impossibile verifica tutte le condizioni. Non chiude la porta ad Alfano con cui anzi continua ad avere scambi di pareri. Non nega una possibilità a quel pezzo importante del Pdl dichiaratamente europeista e riformista.