Attualità

«Parlamenti autonomi ma serve flessibilità»

Nicola Pini martedì 7 agosto 2012
​Nel mirino delle proteste dei politici tedeschi ma anche di parte di quelli italiani, nel pomeriggio di ieri Mario Monti rompe il clima di "assedio" con un comunicato ufficiale nel quale esclude di voler in alcun modo limitare il ruolo dei Parlamenti ma dove rilancia sulla necessità di «compiere passi avanti nell’integrazione europea», una sfida per la quale occorre «una certa flessibilità». Occorre cioè poter decidere perché senza un colpo d’ala politico, afferma in sostanza il capo del governo italiano, l’obiettivo non si raggiunge.L’intervento di Monti segue all’ondata di critiche provocate dalla sua intervista al settimane tedesco «Der Spiegel». Critiche molto dure in Germania, e provenienti da tutto lo schieramento politico e istituzionale. Ma anche a livello nazionale le dichiarazioni di Monti hanno suscitato reazioni irritate dalle opposizioni, Lega e Idv, e da una parte del Pdl, che si è diviso tra un Renato Brunetta in insolita posizione pro-montiana e le accuse di Osvaldo Napoli e Guido Crosetto. In particolare ha fatto rumore una frase dell’intervista nella quale Monti auspica che i governi guidino i Parlamenti sulla strada dell’integrazione europea. Se si seguissero «esclusivamente le indicazioni dei Parlamenti la rottura dell’Europa sarebbe più probabile», ha affermato un premier allarmato dalle tensioni tra i Paesi Ue e dai segnali di «dissoluzione psicologica dell’Europa». Frasi che qualcuno ha tradotto come un attacco al ruolo democratico delle assemblee elettive. Nel comunicato Monti parla in prima persona e precisa voler chiarire gli «equivoci» generati dall’intervista: non ho voluto «in alcun modo auspicare una limitazione del controllo parlamentare sui governi che, anzi – aggiunge il presidente del Consiglio – penso vada rafforzato sul piano nazionale ed europeo». La «legittimazione democratica parlamentare è fondamentale» e l’autonomia delle istituzioni «non è affatto in questione». Quel che «ho voluto sottolineare», precisa Monti, è che sulla strada dell’integrazione europea «si mantenga un costante e sistematico dialogo tra governo e parlamento». Durante i negoziati nella Ue, infatti, può essere «necessaria una certa flessibilità per giungere a un accordo», da esercitarsi «sempre nel solco di scelte condivise con il proprio Parlamento». In quest’ottica, aggiunge Monti, ogni governo ha «il dovere di spiegarsi e interagire in modo dinamico trasparente e efficace» con le Camere per trovare «soluzioni anche innovative e coraggiose». Già nell’intervista allo «Spiegel», il premier ricordava che se avesse dovuto rispettare alla lettera le indicazioni del Parlamento di Roma, il vertice Ue di fine giugno di sarebbe chiuso senza accordi perché le Camere chiedevano gli eurobond, strumento rifiutato da altri Paesi.«Monti non ha parlato di parlamenti telecomandati, ma di governi che devono avere il coraggio di disegnare una rotta», commenta Francesco Boccia, del Pd, giudicando le critiche tedesche «surreali e grottesche». Il presidente del Consiglio ha detto solo «come stanno le cose in Euoropa» e le reazioni dimostrano che «da questa Ue a trazione tedesca non possiamo aspettarci nulla», aggiunge l’ex ministro pidiellino Brunetta. Di parere opposto il collega di partito Osvaldo Napoli che bolla come «inqualificabile» l’«attacco» di Monti ai Parlamenti. Ma anche nel Pd le reazioni non sono uniformi e Matteo Orfini parla di «sgradevole sgrammaticatura» del premier. Per Antonio Di Pietro poi siamo alla «lesione della Costituzione».