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IL PIANO DEL GOVERNO. Monti: «In moto 80 miliardi E ora uno Stato più magro»

Marco Iasevoli sabato 16 giugno 2012
​Per gli standard cui ci hanno abituati i "professori", tre ore e mezzo di Consiglio dei ministri sono un’inezia. Rasentano il record se producono tre interventi ad alta intensità: un decreto sullo sviluppo (varato "salvo intese"), uno sulle dismissioni e un Dpcm (un regolamento del premier immediatamente operativo) sui tagli alla spesa centrale. Perciò Mario Monti, quando alle 14 si presenta alla stampa, sembra meno stremato di altre volte: «È un pacchetto organico e robusto», dice presentando il decreto-Passera sugli incentivi alle imprese e all’edilizia. Poi subito cala altri due assi, forse i più attesi dai mercati e dai partner Ue: «Abbiamo lavorato molto sulla riduzione incisiva della dimensione, del peso e del perimetro dello Stato». In che modo? Mettendo subito in campo la Cassa depositi e prestito per comprare i primi "gioielli di famiglia" (Fintecna e Sace) e varando tagli al personale di Palazzo Chigi e Tesoro (20 per cento dei dirigenti e 10 degli altri dipendenti).Al suo fianco, il ministro dello Sviluppo Corrado Passera stenta a trattenere la soddisfazione: il "suo" decreto «mobiliterà risorse per 40-45 miliardi tra project bond e minibond - dunque risorse private -, e altri 30-35 sbloccando fondi e investimenti» arenati dalla burocrazia. In totale fanno 70-80 miliardi. Cui se ne aggiungono 200 in 8 anni per il settore energetico e 20 che il Cipe si avvia a liberare «nei prossimi mesi». E ancora: «Entro la fine del 2013 – si spinge l’ex ad di Intesa San Paolo – dobbiamo chiudere tutti i 15 cantieri della Salerno-Reggio Calabria. Ci metto la faccia...».È soddisfatto il superministro, sia perché sul decreto ha avuto un lungo braccio di ferro (proseguito anche ieri) con il viceministro Grilli sulla copertura economica, sia perché le prime reazioni sui mercati sembrano positive. Quanto invece alle due misure espulse dal provvedimento (il credito d’imposta su ricerca e innovazione e l’esenzione Imu sulle abitazioni non vendute), Passera ha strappato al premier la promessa di poterci tornare sopra con i primi soldi delle privatizzazioni. Per le abitazioni, in particolare, il beneficio si sposterà dai costruttori agli acquirenti delle case vuote, che avranno un bonus fiscale. «Metteremo un tassello al mese», è il suo piano.Ma il Cdm non è stato rose e fiori. Quando si è parlato di spending review, Monti ha esordito gelando tutti: «Signori, non ci siamo. Adesso dò io l’esempio riducendo gli organici delle mie strutture ed abolendo strutture storiche - Monopoli di Stato e Agenzia del territorio -, ma voglio che questo sia lo standard per tutti». L’obiettivo è tirare fuori oltre 30 miliardi entro il 2014 da aggiungere a quanto ricaverà il commissario Enrico Bondi dalla centralizzazione degli acquisti. Sale qualche mugugno. Alcuni si lamentano in privato perché la scure su Palazzo Chigi e Mef viene considerata più simbolica che sostanziale. Ma quando Monti fa presente che l’Italia può uscire dalla «stretta osservazione» di Fmi e Ue solo con sforbiciate incisive, la gran parte dei ministri si adegua e avvia le pratiche per la sua quota di tagli lineari. «Entro poche settimane – è il monito del premier a dicasteri, regioni e comuni troppo "gelosi" – vedrete altre misure simili».