Attualità

La sentenza. Monsignor Bonicelli assolto dall'accusa di riciclaggio

M.Mu. martedì 17 novembre 2020

Monsignor Gaetano Bonicelli

Assolto per non aver commesso il fatto. Monsignor Gaetano Bonicelli, dopo quella dei giudici vaticani, incassa anche l’assoluzione della giustizia italiana e si libera dalle ombre che lo avevano accompagnato fin da quando nel 2014 era finito sul registro degli indagati con l’accusa di riciclaggio. L’anziano prelato, 96 anni, già ordinario militare e in seguito arcivescovo di Siena– Colle Val D’Elsa–Montalcino, ha appreso la notizia al santuario di Stezzano (Bergamo), dove si è ritirato a vivere dopo aver lasciato gli incarichi pastorali.

«Sono felice – ha dichiarato ai giornalisti che lo hanno raggiunto telefonicamente –. In coscienza sapevo di non aver commesso mai nulla di illecito, ma vederlo riconosciuto dalle sentenze mi fa stare ancora più sereno». Monsignor Bonicelli, che nel processo al Tribunale di Roma era assistito dagli avvocati Arianna Dutto e Giovanni Amorosi, era stato indagato per i suoi conti allo Ior. Già nel 2014 così ricostruiva la sua vicenda, in alcune dischiarazioni alla stampa: «Sono conti che ho dagli anni ‘50 –. Oltre a un mio conto personale ce n’era anche uno che usavo per le opere che seguo in tutto il mondo: finanzio le missioni, ho appena aperto una chiesa nei Territori occupati in Palestina e ne sto facendo costruire una a Cochabamba, in Bolivia». Secondo l’accusa alcuni movimenti su questi conti avrebbero destato sospetti, determinando l’intervento degli inquirenti. Senonché su quei conti erano legittimati a intervenire anche due delegati.

Quando questo, per le mutate norme interne allo Ior, non è stato più possibile, monsignor Bonicelli, ha spostato il denaro in banche italiane. Sempre nel 2014, in seguito alla notizia di essere indagato, l’arcivescovo spiegava: «Io non ho fatto altro che spendere il denaro per le varie opere all’estero, e per il resto ho eseguito dei normali bonifici di cui sono documentati tutti i passaggi e di cui ci sono le ricevute. Anzi, ho spostato il denaro dallo Ior a una banca italiana e ci ho anche pagato le tasse». Nel corso delle indagini, inoltre, ci si è accorti che le operazioni sotto osservazione recavano firme di Bonicelli false. A febbraio questa circostanza è stata riconosciuta dal Tribunale del Vaticano attraverso una perizia calligrafica, portando all’archiviazione del caso. Lo stesso è avvenuto nel procedimento davanti ai giudici italiani, determinando l’assoluzione con formula piena.