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Benedettini ora ospiti a Roma. Norcia, danni gravi al monastero di san Benedetto e alla basilica

giovedì 25 agosto 2016
Anche lo storico monastero dei benedettini di Norcia è stato danneggiato dal sisma. La piccola comunità internazionale di 15 monaci, quasi tutti giovani e molti di loro americani, è stata costretta a lasciarlo e ora è ospite del convento di Sant'Anselmo a Roma, "temporaneamente" come loro stessi precisano. Due monaci sono però rimasti sul luogo per vegliare sulla basilica che ha subito lesioni. La loro storia è legata al Grande Giubileo del 2000 e anche ad un piccolo birrificio che produce la Nursia, una "bionda" che, all'inizio veniva venduta solo negli spacci vaticani, ma da qualche tempo si è ritagliata una sua nicchia anche nel mercato. Il monastero di San Benedetto, proprio nel luogo in cui era nato il patrono d'Europa e sua sorella, santa Scolastica, era stato infatti parzialmente abbandonato da un paio di secoli. Un po' il calo delle vocazioni un po' l'affermarsi di nuove forme di vita monastica, la comunità dell'"ora et labora" a Norcia non c'era più. Poi un gruppo determinato di monaci d'oltreoceano ha deciso di ridare vita all'antico convento. Ora, con il terremoto, di nuovo un punto interrogativo, sul futuro dello storico monastero. "We are ok, we are alive", fanno sapere i monaci che infatti, per un soffio, solo perché le loro preghiere mattutine erano cominciate prima del solito per la festa di San Bartolomeo, al momento della prima forte scossa di terremoto, erano fuori dalle loro celle e in strada verso la basilica. Nessun ferito ma "come molti altri a Norcia abbiamo subito molti danni alle nostre costruzioni e soprattutto alla nostra basilica. È veramente triste che i bei restauri che erano stati completati nel luogo natale di San Benedetto ora sono andati in briciole. Che cosa potete fare? Pregare per noi - è l'invito dei benedettini - pregare per chi ha perso la vita, una persona amata, o la casa". Ma avranno bisogno anche di aiuti materiali per la ricostruzione. Fermo al momento anche il birrificio, per loro strumento di sostentamento ma anche di evangelizzazione. Si comincia con un bicchiere di birra e poi si finisce a parlare anche di fede, avevano più volte fatto notare in passato. Ma loro contano sulla Provvidenza e sperano di poter tornare presto a "casa", dove San Benedetto li aveva richiamati solo qualche anno fa.