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Migranti. Minori fino a 5 mesi nei centri per adulti. Nuova stretta del governo

Vincenzo R. Spagnolo sabato 25 novembre 2023

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Ancora una stretta in materia di immigrazione, che stavolta riguarda anche i minorenni. Fra i cori di indignazione delle opposizioni, che lamentano come «il Parlameto venga ancora una volta delegittimato», il governo ha posto la fiducia sull’attuale versione del terzo decreto in materia di migranti, modificata durante l’esame in commissione a Montecitorio. Dopo la richiesta di fiducia, avanzata per conto dell’esecutivo dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (FdI), la Camera è stata convocata per lunedì 27 novembre a mezzogiorno. Ma le nuove modifiche, lamentano fra gli altri la dem Sandra Zampa e la 5s Carmela Auriemma (che coi colleghi del Moviimento ha abbandonato i lavori per protesta contro il contingentamento dei tempi) «travolgono le norme di civiltà che avevano fatto dell’Italia un modello in Ue» e «contrastano con la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e con la Costituzione». Anche Benedetto Della Vedova , di + Europa, intervendo in Aula, denuncia che «il potere esecutivo si sta sostituendo al potere legislativo primario, piano piano. Rischiamo di avere in eredità un Parlamento delegittimato». E se, prosegue, «la maggioranza sostiene di avere sempre ragione, come avvenuto con questi voti di fiducia, e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia».

Minori nei centri per adulti. Il testo, così come è uscito dopo il vaglio di emendamenti e sub emendamenti presentati durante l'esame in Commissione Affari Costituzionali, contiene una serie di misure contestate duramente dalle opposizioni. Una di esse - introdotta con un subemendamento presentato dal deputato leghista Igor Iezzi - dispone che i minori fra 16 e 18 anni possano rimanere nei Centri di detenzione per adulti altri 60 giorni in più, rispetto ai 90 già previsti originariamente dal decreto, per un totale di 150 giorni, cioè 5 mesi. Non solo: gli emendamenti del relatore Francesco Michelotti (FdI) estendono da 30 a 45 giorni il tempo massimo di permanenza di chi ha meno di 16 anni nei Centri per minori. Nel testo si stabilisce poi che l’attivazione delle strutture di prima accoglienza avvenga «sulla base delle esigenze del territorio e dell’entità degli arrivi in frontiera o dei rintracci» e si «elimina la possibilità per gli enti locali di gestire tali strutture» tramite convenzione con il Ministero dell’Interno. Si consente, quindi, di realizzare o ampliare i Centri di Accoglienza straordinaria per minori, in deroga al limite di capienza, nella misura massima del 50%.

Si tratta di «una follia», osserva il segretario di +Europa Riccardo Magi, perché consente «il sovraffollamento dei centri minorili» senza tener conto «che l’Italia è già sanzionata in Europa per il sovraffollamento delle carceri e di luoghi indegni come i Cpr». Anche nei centri per gli adulti si potrà tollerare, sempre a causa del decreto, un sovraffollamento del 100%.

L’età presunta. Altro punto criticato dalle opposizioni è quello che riguarda la «misurazione dell’età» dei bambini che arrivano soli, senza documenti. L’autorità di pubblica sicurezza potrà disporre nei loro confronti «rilievi antropometrici o accertamenti sanitari, anche radiografici», dandone immediata comunicazione al magistrato, che dovrà autorizzare le «misurazioni» in forma scritta o, se urgenti, oralmente (con conferma scritta successiva). Il margine d’errore possibile è di due anni.

«I minori vengono concepiti come oggetti da misurare», lamenta ancora Magi. Mentre il dem Matteo Mauri segnala la norma che stabilisce come, quando l’impugnazione contro l’espulsione sia inammissibile, il difensore non abbia diritto alla liquidazione del compenso. Tradotto, avverte Mauri, «significa negare il diritto alla difesa tutelato dalla Costituzione».

Divieti di ingresso. Il provvedimento vieta l’ingresso in Italia a chi è condannato (anche non in via definitiva) per lesioni ai danni di persone incapaci, minori o infermi e per chi è accusato di reati relativi a «mutilazioni genitali femminili» o «lesioni permanenti al viso». Ancora, si riduce da 30 a 15 giorni il termine per ricorrere contro l’espulsione per chi ha un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo. E si taglia da 12 a 9 mesi il periodo di sospensione della domanda se chi chiede asilo si allontana senza giustificazione dai Centri di accoglienza o scappa da hotspot e Cpr.

Donne vittime di abusi. Un altro terreno di scontro acceso riguarda le migranti vittime di violenze. Pd e Avs avevano chiesto di ospitarle nei Centri anti-violenza, ma il governo pretendeva che avvenisse a costo zero. Per Marco Grimaldi (Avs) ciò «avrebbe significato paralizzare i Centri». Sul punto ora il Pd sta preparando un ordine del giorno da ripresentare in Aula dopo il voto di fiducia, per impegnare l’esecutivo a «indirizzare» le donne verso «le reti anti violenza e per creare sezioni» apposite nei centri Sai «prevedendo in tempi rapidi le risorse necessarie».

Ma di ordini del giorno al testo del governo ne verranno “presentati presumibilmente molti. Le opposizioni ritengono il provvedimento, per usare le parole di Magi, «indegno e disumano» e intendono «continuare a battersi».