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Comunali 2016. Renzi ammette: vittoria M5S E nel Pd è già resa dei conti

lunedì 20 giugno 2016

Ha aspettato più di mezza giornata per far sentire la sua voce; il presidente del Consiglio e segretario del Pd Matteo Renzi ha preso l'occasione di un incontro con la stampa insieme allo chef più bravo del mondo, Massimo Bottura, per la prima uscita pubblica dopo i ballottaggi di domenica 19. "Onore a chi ha vinto", ha esordito Renzi. Poi non si è sottratto alle domande dei giornalisti:«Confermiamo che il voto ha ragioni di forte valenza territoriale ma c'è un elemento nazionale: una vittoria netta e indiscutibile nei Comuni dei 5 stelle contro di noi".  "Il voto in alcune città deve fare riflettere il Pd e lo faremo nella direzione del 24 giugno. Serve una discussione vera, Franca e sincera". Uno sfoggio di calma (anche se tesa) nonostante le fibrillazioni in casa Pd: "Il giorno dopo le elezioni bisogna lavorare per gli italiani: prima delle divisioni di parte ci sono i valori. Dal giorno dopo si smette il dibattito e si inizia a lavorare, si fa la squadra e il programma per la città. E allora da Virginia Raggi, che è il sindaco di Roma capitale,all'ultimo sindaco che è il primo cittadino di un comune di 2000 abitanti, Casina, dove si è andati allo spareggio, rivolgo a tutti l'augurio più cordiale di buon lavoro". "Le elezioni si sono vinte sull'ansia di cambiare i territori più che sulla protesta, la rabbia o su atteggiamenti populisti" su temi come l'immigrazione o "il nostro atteggiamento in Europa", ha sottolineato Matteo Renzi. Il cambiamento non ha prevalso ovunque: "In città comeCagliari e Rimini" sono stati premiati i sindaci uscenti mentre a Milano, ha osservato il premier, "c'è stato rinnovamento nella continuità. Dunque il dato si presta ad analisi diversificate"."Chi vuole la collaborazione istituzionale può contare sul totale impegno del governo", ha sottolineato il premier, parlando a Palazzo Chigi. "Grazie - ha aggiunto - anche ai candidati sindaco, del miopartito e non, che hanno corso e non ce l'hanno fatta"."Ci sono Comuni vinti a sorpresa e persi a sorpresa, ma quando gli elettori scelgono la discussione è chiusa. I politici devono smettere di commentare e iniziare ad agire per dare risposte ai cittadini, perché prima delle divisioni di parte c'è l'Italia", ha concluso, salutando tutti e rimandando, per un'analisi politica più puntuale, alla direzione Pd di venerdì prossimo. Il «lanciafiamme» nel partitoPer capire se Renzi manterrà fede alla promessa di "entrare con il lanciafiamme nel partito" bisognerà dunque aspettare la direzione convocata venerdì 24 giugno, tre giorni prima della data fissata inizialmente. In quella occasione Matteo Orfini, presidente del Pd, non si presenterà da dimissionario rispetto al suo incarico di commissario romano. "È esclusa un'ipotesi del genere", fanno sapere autorevoli fonti del Nazareno. Spetta a lui riconoscere a nome del Pd gli errori commessi nella Capitale ma non solo. "Dopo un risultato come quello di Roma credo che solo una cosa non si possa fare: discutere per finta. Abbiamo il dovere della sincerità. Che significa riconoscere gli errori, ma anche ricostruire i fatti con precisione per evitare di sbagliare ancora. E vale per tutti, prima di tutto per me. Provo a dare il contributo iniziale", dice Orfini. Ma il clima nel partito è teso. Nella notte, quando i dati avevano ormai condannato il Partito democratico alla sconfitta a Roma e Torino, Renzi ha spento il televisore del suo studio al Nazareno e ha fatto ritorno a Palazzo Chigi, intorno all'una e mezza. Ma che l'umore sia tendente al nero lo dimostra il fatto che - come viene riferito - Renzi abbia preferito scaricare in quattro bracciate in piscina le tensioni. Nessun incontro durante la mattinata, nessun contatto prima della conferenza stampa del pomeriggio, peraltro dedicata allo chef Bottura, e alla riunione dell'esecutivo al completo, convocata per un Consiglio dei ministri alle 18.Grillo: voto di cambiamentoChi festeggia è invece Beppe Grillo, che esulta prima dal suo blog e poi dal vivo convocando la stampa. "Sembrava un'allucinazione e invece ci siamo svegliati questa mattina ed è successo veramente - dice -. Non è un voto di protesta, è un cambiamento". La prossima sfida è governare il paese, rilancia Grillo. "Ora voliamo alto verso il governo nazionale. L'aereo della missione impossibile è decollato e prenderemo quota". L'Osservatore romano: risultato clamoroso"Saranno così due giovani donne ad amministrare Roma, per la prima volta, e Torino". L'Osservatore romano, che in prima pagina pubblica le foto accostate di Raggi e Appendino, parte dall'esito del ballottaggio nelle due città per analizzare il voto amministrativo. Il giornale vaticano sottolinea il "crollo dell'affluenza", la netta sconfitta del Pd e il fatto che "nel centrodestra, nel frattempo non si ride". "Il clamoroso risultato di Torino consente alla minoranza dei democratici di chiedere in via più o meno ufficiale un confronto che si preannuncia acceso. Renzi tuttavia - rileva il quotidiano vaticano - sembra aver confermato di voler attendere l'esito del referendum prima di affrontare in congresso le questioni interne al partito". Il Pd in fibrillazione La minoranza del Pd non le manda a dire. E a risultati ancora caldi attacca il premier Renzi, colpevole di voler fare l'asso piglia tutto, di tenersi stretto il doppio incarico di capo del governo e di segretario di partito. È stata anticipata a giovedì 23 l'assemblea di Sinistra riformista, area della minoranza Pd guidata da Roberto Speranza. L'incontro, convocato per una riflessione sul partito all'indomani dei ballottaggi, avrebbe dovuto svolgersi al Nazareno venerdì 24 ma la data è stata modificata dopo che Matteo Renzi ha convocato per lo stesso giorno la direzione del partito.Le critiche sul doppio incarico"I numeri dei ballottaggi sono come pietre: sono difficili da minimizzare. È un risultato oggettivamente non buono per il Pd, che dà un segnale politico chiaro al governo, a Renzi e all'azione che il Pd sta portando avanti. È un problema serio: il voto non credo possa essere banalizzato", dice Roberto Speranza. Poi l'affondo: "Il doppio incarico di segretario e premier non fa bene al Pd. Non voglio usare questo argomento contro la leadership: Renzi deve ancora fare la sua valutazione, lo ascolterò. Ma dico che bisogna cambiare rotta o facciamo un errore non recuperabile". Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato Davide Zoggia: "È successo uno tsunami, una mezza rivoluzione e bisogna subito aprire una discussione complessiva. Renzi dovrebbe concentrarsi sul governo lasciando la segreteria del Pd. E dovremmo rimettere in moto, tutti insieme, la discussione sul partito". "Non chiedo le dimissioni di nessuno ma se si perde in modo così smaccato... ti devi porre il problema". Alfano: il Pd ha preso batosta "Può festeggiare solo il Movimento 5 Stelle, il Pd ha preso una bella batosta, ma il centrodestra non è mai stato così all'asciutto: si è votato in tutte le principali città italiane e non ha preso nulla", lamenta anche Angelino Alfano, ministro dell'Interno. Guerini: nessuna conseguenza sul governoA tutti replica Lorenzo Guerini: i risultati "non ci vedono soddisfatti", ma "non ci saranno conseguenze sul governo". Il vicesegretario Dem osserva che Pd e M5S "hanno vinto due grandi Comuni a testa mentre il centrodestra è ormai terza forza nel Paese. È vero che noi vinciamo dove ci confrontiamo con i candidati del centrodestra e perdiamo contro quelli del Movimento 5 Stelle. In questo senso, è possibile che gli elettori del centrodestra abbiamo votato i grillini al secondo turno", ma se al referendum di ottobre sulla riforma della Costituzione gli italiani "non sceglieranno con le stesse categorie delle amministrative", le politiche "sono talmente lontane che mi sembra un discorso davvero prematuro".