Attualità

Piazza Armerina. Minacce al vescovo: la processione si fa come diciamo noi o non si fa

sabato 16 aprile 2022

Tensione per la processione del Venerdì Santo con minacce a vescovo e sacerdoti. La polizia schierata fuori della Chiesa madre di Barrafranca, in diocesi di Piazza Armerina (Enna)

«O la processione si fa come diciamo noi o non si fa». La minaccia (dopo le restrizioni per ragioni sanitarie) indirizzata al vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e al prete della chiesa Madre di Barrafranca, Benedetto Mallia, per la gestione della processione del Venerdì santo, ha fatto attivare il Comitato per l'ordine e sicurezza della prefettura di Enna.

Così, ieri pomeriggio a Barrafranca, invece del tradizionale «Trunu», una struttura su cui viene montata la croce e sotto la quale i portatori si alternano conquistando a forza di spintoni il posto sotto il feretro, in processione è andata solo la croce, portata a braccio per tutto il percorso dal vescovo Gisana, attorniato da decine di poliziotti e carabinieri.

Momenti di tensione si sono registrati davanti alla chiesa Madre, presidiata da oltre cento poliziotti, quando tra la folla qualcuno ha cominciato a gridare «vergogna».

«Abbiamo predisposto un semplice servizio d'ordine - dice il questore di Enna, Corrado Basile - come la situazione richiedeva e abbiamo ricevuto il plauso di molti cittadini». Ma sui social molti scrivono di «umiliazione senza fine» per una festa blindata oltre misura e con al seguito il prefetto di Enna Matilde Pirrera, lo stesso questore, il colonnello dei carabinieri di Enna, Angelo Franchi, e altre autorità a rappresentare lo Stato.

«Sono sconcertato e sgomento - scrive su Facebook il farmacista di Barrafranca, Giusepe Mattina -. Volevamo venerare Gesù e non volevamo finti paladini antimafia in cerca di notorietà, né novelli don Abbondio».

La tensione di ieri pomeriggio era il risultato di giorni di consultazioni tra la commissione organizzatrice della festa, il comitato spontaneo dei portatori e il parroco della chiesa madre. Nonostante fosse stata paventata l'impossibilità a realizzare la festa con l'uscita del Trunu, per il rischio di vedere schizzare i contagi covid, i portatori hanno insistito chiedendo che allora la processione, piuttosto che in forma ridotta, non si facesse. In chiesa sono volate parole grosse tanto che il comitato dell'ordine e la sicurezza ha deciso di blindare la festa.