Attualità

Diocesi di Milano. Empori Caritas, sfida al Covid: in un anno aiutate 18mila persone

Lorenzo Rosoli, Milano venerdì 19 marzo 2021

L'Emporio Caritas di Baranzate, hinterland multietnico di Milano, è l'11° attivo in diocesi e il secondo avviato in tempo di pandemia

La pandemia non ferma gli Empori della solidarietà di Caritas Ambrosiana. Che in questi dodici mesi non soltanto non hanno mai interrotto il loro servizio a favore delle persone e delle famiglie in difficoltà, nemmeno nel lockdown più ferreo, ma sono addirittura cresciuti di numero. Con quello aperto questa settimana a Baranzate, infatti, sono diventati undici in tutto il territorio della diocesi ambrosiana. E quello avviato nei giorni scorsi nell’hinterland nord ovest di Milano, è il secondo nato nell’anno del Covid. Proprio la pandemia, col suo devastante impatto sociale, economico, occupazionale, ne ha rilanciato l’importanza. Dallo scoppio dell’emergenza sanitaria la rete degli Empori e delle botteghe solidali ha aiutato 18.249 persone, 8.883 delle quali vivono nell’area metropolitana milanese. In totale, dal marzo 2020, l’intero dispositivo alimentare di Caritas Ambrosiana – che è presenza capillare grazie ai centri d’ascolto parrocchiali – ha raggiunto 33.897 persone in tutta la diocesi, il 26,46% delle quali minorenni.
Aiutare rispettando la dignità personale. Con l’apertura a Baranzate, Comune fra i più multietnici a livello nazionale, gli Empori sono dunque saliti a undici, confermandosi quale decisiva rete di protezione nella drammatica temperie della pandemia. Tre sono attivi a Milano: alla Barona, a Lambrate e a Niguarda. Gli altri sono situati invece a Cesano Boscone, Garbagnate Milanese, San Giuliano Milanese, Rho, Varese, Saronno e Molteno. Ciò che li identifica è l’approccio non assistenziale e il rispetto della dignità delle persone aiutate. Niente pacchi viveri preconfezionati (che, pure, sono preziosi in tante circostanze): le famiglie, grazie alla tessera a punti loro assegnata, possono scegliere i prodotti secondo necessità e preferenze, come in un qualsiasi supermarket. E poi: qui si trovano anche prodotti freschi, con beneficio per la salute. Inoltre: gli Empori sono inseriti nella rete Caritas di recupero delle eccedenze alimentari. E sono collocati all’interno della rete di servizi e iniziative della diocesi e della Caritas con cui si aiutano persone e famiglie "fragili", povere, o impoverite dalla crisi socio-economica innescata dall'emergenza Covid, a intraprendere percorsi verso l’autonomia. Percorsi che possono beneficiare di strumenti come il Fondo Diamo Lavoro, il Fondo diocesano di assistenza o il Fondo San Giuseppe, voluto un anno fa dall'arcivescovo di Milano Mario Delpini proprio per aiutare quanti hanno perso lavoro e reddito a causa della pandemia.
Gualzetti: così inizia la ricostruzione post Covid. Per tutti questi motivi nell’ultimo anno la Caritas ha deciso di investire ancora di più sugli Empori. «Possibilità di scelta, autonomia e coinvolgimento non sono dettagli ma fanno la differenza tra assistenza e promozione umana: rispettare la dignità delle persone che chiedono – insiste Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – è la premessa affinché chi è finito sotto le macerie di questo terremoto non si perda d’animo e trovi la forza per tirarsi fuori. La ricostruzione post Covid deve iniziare già ora e non può prescindere da un aiuto che non mortifica».
Baranzate, vita nuova nell'ex capannone. L’Emporio di Baranzate è ospitato in un ex capannone industriale di via Fiume – acquistato nel 2018 dall’Associazione La Rotonda grazie a una donazione personale di Diana Bracco – che oggi è la "casa" dello Spazio InOltre. L’Emporio ha iniziato a funzionare questa settimana grazie al servizio prestato da operatori e volontari. Come negli altri supermarket solidali, distanziamento, mascherine e gel igienizzanti permettono di accogliere gli utenti in sicurezza. Questa nuova struttura sarà riferimento non solo per famiglie povere o "impoverite" del decanato di Bollate, al quale Baranzate appartiene, ma anche di territori contigui come Quarto Oggiaro, popoloso quartiere periferico di Milano.
Il parroco don Steffano: oltre l’assistenza e i pacchi viveri. «La crisi ha colpito più duramente chi stava peggio. Noi ne siamo stati testimoni in questi mesi. Tantissime persone sono sprofondate nella povertà e hanno bussato in parrocchia. Noi le abbiamo aiutate – racconta don Paolo Steffano, il parroco – aumentando il numero di pacchi alimentari e avremmo potuto continuare a farlo. Invece abbiamo preferito scegliere un modello che superi la semplice assistenza. Mi pare significativo che questo nuovo approccio trovi una piena concretizzazione proprio da noi e in questo momento, in cui nonostante le nuove limitazioni, si cerca di guardare anche oltre, al futuro».