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Migranti. Gommone alla deriva, la Marina salva 100 persone. Andranno a Genova

Redazione Internet giovedì 30 maggio 2019

Foto archivio Ansa

Si è conclusa, a fine mattinata, l'operazione di salvataggio dei migranti alla deriva su un gommone in avaria in acque internazionali al largo della Libia. Dopo gli allarmi lanciati ieri dall'ong Sea Watch e stamani da Alarm Phone (che parlava di una bambina di 5 anni morta), è intervenuta l'unità della Marina Militare italiana che i migranti vedevano da lontano.

Il pattugliatore d'altura della Marina militare Cigala Fulgosi ha raggiunto il gommone in avaria, a circa 90 miglia a sud di Lampedusa. L'unità, fa sapere la Marina, «constatate le condizioni del natante con 100 persone a bordo, di cui solo una decina provvisti di salvagente individuale, motore spento, precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, è intervenuta in soccorso delle persone che erano in imminente pericolo di vita».

Al termine del soccorso sono state recuperate le 100 persone, di cui 17 donne e 23 minori, per i quali è attualmente in atto la verifica delle condizioni di salute. Non risulta alcuna persona deceduta a bordo.

Alla nave della Marina Militare è stato indicato come porto di sbarco per i migranti soccorsi il porto di Genova.

Gli allarmi di Alarm Phone e Sea Watch

La prima a segnalare il gommone in avaria stracarico, e a dare l'allarme, era stata l'ong Sea Watch. Il gommone era stato avvistato mercoledì mattina dall'aereo Moonbird della ong a poche decine di miglia dalla nave militare italiana P490. La ong sollecitava le autorità a «procedere subito con il soccorso».

Stamani il nuovo allarme dell'ong Alarm Phone, che parlava di una bimba di 5 anni morta a bordo del gommone. «Alle 8.25 h - twittava Alarm Phone - ci hanno detto che l'elicottero era ancora lì e di poter stabilire che la nave (che i migranti scorgono in lontananza, ndr) è un'imbarcazione militare. Siamo quasi certi che sia la P490 della Marina militare italiana. Deve prestare soccorso immediato». Poco dopo è cominciata l'operazione di salvataggio ed è stata smentita la notizia del decesso.

«Ci sono state molte speculazioni rispetto al nostro tweet - scrive Alarm Phone -. Abbiamo trasmesso quello che i migranti ci hanno detto: che una bambina di 5 anni è morta. Non l'abbiamo mai confermato: speriamo non sia vero. Non è necessario che muoia qualcuno perché sia uno scandalo che 90 persone sono state lasciate a rischio per oltre 23 ore».

La portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi: «Quello che resta un fatto: è che queste persone sono state avvistate alle 8 di mattina di ieri e soccorse alle 7 di questa mattina. 24 ore di agonia in mezzo al mare in cui avrebbero potuto essere soccorso, fin da ieri era stato rilevato nelle vicinanze un assetto della Marina militare italiana, che però ha inviato un elicottero senza intervenire».

Un salvataggio a Malta

La Marina maltese ha fatto sapere di aver salvato 75 persone al largo dell'isola, che erano aggrappate a una recinzione per la pesca dei tonni in alto mare. Lo hanno fatto sapere le autorità della Valletta, sottolineando che i migranti saranno fatti sbarcare a Malta in giornata.

Tre sbarchi in poche ore a Lampedusa

Settanta migranti sono sbarcati a Lampedusa tra ieri e stamani, in 3 differenti momenti. L'ultimo riguarda un gruppetto di 7 persone, approdato con una piccola imbarcazione direttamente in porto. Poco prima erano arrivati i 20 tratti in salvo da una motovedetta della Guardia di finanza. Quarantatré, in serata, erano invece giunti direttamente sulla terraferma a Cala Galera. Fra loro tre donne incinte e cinque bambini.

«Non c'è nessuna emergenza, siamo attrezzati per gestire situazioni molto più complesse. Abbiamo attivato subito tutte le procedure di soccorso e accoglienza», commenta il sindaco Salvatore Martello, che ha sempre ribadito che Lampedusa resta, a dispetto di tutte le dichiarazioni, «un porto aperto».