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Migranti. Il pm di Trapani «salva» le Ong: no contatti diretti coi trafficanti

Daniela Fassini mercoledì 10 maggio 2017

Alla Procura di Trapani non risultano contatti diretti tra Ong e trafficanti. Lo conferma il pm Ambrogio Cartosio, in audizione alla Commissione Difesa al Senato. Dopo il polverone sollevato dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro - secondo cui c'è il sospetto che alcune Ong sarebbero pagate dai trafficanti - la magistratura di Trapani "assolve" l'operato umanitario delle organizzazioni non governative impegnate a salvare vite umane in mare.

"Le indagini in corso per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina non coinvolgono le ong come tali ma soggetti, persone fisiche appartenenti alle ong. Ovviamente su queste indagini non posso aggiungere altro" ha detto alla Commissione del Senato, Ambrogio Cartosio. Nei fatti all'esame della Procura ci sarebbero inoltre alcuni salvataggi effettuati senza l'autorizzazione preventiva della Guardia costiera italiana. Anche se, conferma Cartosio, "sul piano penale, se l'intervento delle ong è finalizzato a salvare vite umane, è legittimo".

Il magistrato trapanese, a differenza del suo collega etneo, non crede che la presenza di polizia giudiziaria e militari a bordo delle navi ong sia legittima. "E' utile sul piano investigativo giudiziario - spiega - ma mi rendo conto del fatto che le necessità che hanno le ong sono molto diverse e oggettivamente contrapposte alle necessità di tipo giudiziario e poliziesco".

Miliziani libici coinvolti nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

Uno degli elementi emersi dall'audizione del magistrato di Trapani, riguarda "la possibilità che le forze dell'ordine o altri attori" libici "compiano il reato di concussione". "Ma noi non siamo competenti su questo" ha aggiunto il pm Andrea Tarondo, citando il caso di una barca con la scritta "polizia" che avrebbe scortato un barcone carico di migranti in mare aperto. Il barcone è stato poi intercettato dalla Guardia costiera libica. "Un militare sarebbe salito a bordo armato di pistola e avrebbe sparato un colpo in aria, provocando l'intervento del gommone della polizia - racconta il pm trapanese - Ne sarebbe nata una discussione molto animata: secondo i migranti, la richiesta era quella di avere dei soldi per permettere di far continuare il viaggio".

Blitz della polizia a Bari, Catania e Palermo: arrestati 15 trafficanti somali

La Polizia ha arrestato tra Bari, Catania e Salerno in tutto 15 cittadini somali accusati di essere trafficanti di uomini e avere contatti con soggetti filo-jihadisti.Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari e condotte dalla Squadra Mobile di Bari con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo nonché dalla Digos di Bari e con l'apporto informativo dell'Agenzia d'Informazione e Sicurezza Interna, hanno consentito di individuare il capo dell'organizzazione, Hussein Ismail Olhaye di 37 anni, residente a Bari, agente plurimandatario di alcune società di 'money transfer' internazionali operanti su piattaforme informatiche non abilitate ad effettuare servizi di pagamento in Italia. È emerso nelle indagini che i vertici dell'organizzazione hanno movimentato on line, nel giro di circa 2 anni e mezzo, somme pari a quasi 9 milioni di dollari. Nelle indagini è coinvolto anche un dipendente dell'Anagrafe del Comune di Bari. Secondo gli accertamenti della Squadra Mobile, l'uomo si sarebbe lasciato corrompere da Hussein Ismail Olhaye per dichiarare falsamente inesistenti residenze di cittadini somali.