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Il dopo voto. Meloni-Schlein: Strasburgo 2024, sfida finale

Arturo Celletti mercoledì 31 maggio 2023

Giorgia Meloni, Elly Schlein. Le ore dopo la vittoria e le ore dopo la sconfitta. La voglia di capitalizzare un successo schiacciante puntando tutto sull'azione di governo e la necessità di fare i conti con un Pd che ora alza voce e avverte la neo segretaria: basta fare da sola. Sono passate quarantotto ore dal responso delle urne e ci sono due storie da raccontare. Giorgia Meloni vede i sindacati e batte due colpi. Uno: lavoreremo sulle pensioni future perché c'è una bomba sociale da evitare. Due: bisogna ampliare lo scaglione più basso dell'Irpef. Elly Schlein cancella la trasferta a Bruxelles e comincia a fare i conti con i tormenti del Pd che chiede maggiore democrazia e una direzione nazionale da tenere nei prossimi giorni.

C'è una premier sempre più forte e una segretaria Pd già alle corde. Meloni pur consapevole che le risorse per fare cose non ci sono punta decisa sulle riforme. Vuole misure per la natalità. Vuole segnali sul fisco. Vuole il premierato. Ma vuole anche pesare sempre di più in Europa. Ha un rapporto solido con Ursula von der Leyen. E ha sempre più in testa un piano per il voto del prossimo anno: costruire un'alleanza con i Popolari.

Elly Schlein è alle corde. Il voto amministrativo è stato un terremoto. Lei ora chiede tempo. I big del Pd provano a blindarla. «Elly non ha colpe, la svolta ci sarà alle europee», dice Dario Franceschini. Già le europee. Giorgia ha un'autostrada davanti, Elly un sentierino. Vuole rilanciare il Pd puntando su donne capolista. Ma i Dem romani vogliono Paolo Gentiloni nella circoscrizione Centro. Insomma già i primi nodi. E intanto anche Giuseppe Conte la gela: la destra non si batte con i campi larghi.